Crac Sept, la difesa sindaco Carloforte: “Le accuse hanno le gambe cortissime”

“Rimessa al diritto penale questa vicenda implode miseramente”. L’avvocato Giovanni Manca, difensore del sindaco di Carloforte Marco Simeone, ha usato parole durissime contro il pubblico ministero e contro il commercialista-consulente dell’accusa nel corso della sua arringa al processo per il crac milionario della Sept Italia, società fallita nel 2010. Davanti al collegio della seconda sezione penale del Tribunale di Cagliari, oggi la parola è dunque passata ai difensori del primo cittadino carlofortino, accusato di bancarotta assieme ad altri 12 imputati, tra i quali spicca l’ex governatore della Sardegna Ugo Cappellacci. Per Simeone l’accusa ha chiesto otto anni di carcere, mentre per Cappellacci ne ha sollecitati tre anni e mezzo. Il primo a prendere la parola, tra i difensori di Simeone, è stato il milanese Enrico Colobo che ha minuziosamente ricostruito la vicenda, contestando in diversi punti le conclusioni della Procura e ribadendo la regolarità dei provvedimenti presi dalla società. Pesante nei confronti del consulente dell’accusa e dello stesso pm Giangiacomo Pilia, è stato invece l’avvocato cagliaritano Giovanni Manca che ha criticato, una per una, tutte le contestazioni mosse al proprio assistito e, in un caso, ha parlato apertamente di “capo d’imputazione dalle gambe cortissime”.

“Marco Simeone – ha ribadito Manca – era un imprenditore con una capacità che qui in Sardegna non era comune. Tanto che molte sue operazioni, assolutamente lecite, non sono state comprese nemmeno dai pubblici ministeri sardi, non abituati a questo tipo di fare impresa. E’ accaduto esattamente come quelle donne che, nel passato, curavano alcune malattie con le tisane ma venivano ritenute delle streghe perché non si comprendeva cosa facessero”. E’ dunque agli sgoccioli il processo sulla presunta bancarotta dell’azienda con sede a Cagliari e stabilimento a Quartu Sant’Elena, specializzata nella produzione di vernici per l’industria, fallita con un buco di oltre 10 milioni di euro. La Procura – completate le indagini – ha chiamato in causa numerosi tra amministratori societari e sindaci, tra i quali anche l’ex governatore Cappellacci in qualità di commercialista che fece parte del Cda, chiedendo per tutti condanne tra i due e gli otto anni di reclusione. Il sindaco Simeone era finito anche in carcere per questa vicenda nell’ottobre del 2012, venendo poi liberato dopo dieci mesi di custodia cautelare e altri cinque ai domiciliari. La prossima udienza è fissata il 28 settembre per le repliche: se il pm deciderà di non farle, il collegio presieduto da Massimo Poddighe di ritirerà in camera di consiglio per la sentenza.

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