Contagi Policlinico, lettera di 10 medici: “I casi sono troppi, l’ospedale va isolato”

Isolare l’ospedale, creare un apposito reparto Covid e chiudere il bar interno. Cresce la preoccupazione al Policlinico di Monserrato dopo l’aumento dei casi di contagio da coronavirus. Dieci dirigenti medici del dipartimento di Chirurgia in una lettera denunciano la situazione che stanno vivendo in queste ore nel presidio e chiedono di prendere contromisure al più presto. Dall’Azienda ospedaliera universitaria minimizzano: “Nel polo si lavora in sicurezza, tutti hanno avuto istruzioni molto chiare su come comportarsi secondo i protocolli nazionali”.

Di certo, stando agli ultimi dati ufficiali disponibili, c’è che i casi di positività registrati al Policlinico sono diciassette. Di questi la maggior parte riguardano operatori sanitari. Tanto basta a far scattare il campanello d’allarme tra i medici del Dipartimento assistenziale integrato di Chirurgia. In dieci oggi hanno firmato una missiva indirizzata al direttore generale Giorgio Sorrentino e al direttore sanitario Nazzareno Pacifico. “In queste ore  – scrivono – assistiamo con viva preoccupazione al dilagare dei contagi del virus nel nostro presidio ospedaliero. Tale situazione scaturisce dall’insufficienza delle misure di prevenzione e protezione fin qui poste in essere che si ritiene debbano essere riviste. L’aumento incontrollato dei casi di positività tra i degenti e tra il personale sanitario dimostra, a nostro avviso, la presenza di un cluster di contagio che mette a grave rischio la salute non solo degli operatori sanitari e dei pazienti, ma anche quella dell’intera area metropolitana di Cagliari. In tale contesto – si legge -, l’assenza di una risposta drastica può avere dei risvolti drammatici”.

Tuttavia fonti interne all’Azienda ospedaliera fanno sapere che “al Policlinico si lavora in sicurezza e tutti hanno avuto istruzioni molto chiare su come comportarsi: sono state seguite alla lettera le linee guida dell’Istituto superiore di sanità. Il presidio è operativo e lo resterà – spiegano – e le disposizioni interne sono rigide, in alcuni casi molto più rigide di quanto stabilisce la legge. I protocolli sono stabiliti per tutti gli ospedali dall’unità di crisi regionale e a quelli rigorosamente tutti si atterranno. Primari inclusi”.

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Diversa la versione dei dieci professionisti: “Il 24 marzo il dipartimento di Chirurgia aveva richiesto un urgente aggiornamento del protocollo utilizzato per i pazienti che accedono tramite il Pronto soccorso. Era stato infatti presentato un documento  che, tra le altre cose, prevedeva la creazione di spazi adeguati, separati dal resto dell’ospedale, gestiti da operatori dotati di dispositivi di protezione individuale secondo procedure identiche a quelle adottate presso i centri Covid. Tutte le nostre richieste, compreso lo screening di tutto il personale sanitario, ad oggi, sono rimaste disattese. Il dipartimento di Chirurgia oggi sta pagando a caro prezzo questa linea di condotta. Un nostro caro collega, a causa della presenza dell’infezione virale all’interno dell’ospedale, ha sviluppato una polmonite da Covid-19 e si trova ora ricoverato. Molti altri operatori sanitari e pazienti sono stati infettati”.

Da qui una serie di proposte: prima di tutto si chiede di isolare il Policlinico con il blocco degli accessi al Pronto soccorso e qualsiasi altro ricovero fino a quando non ci saranno condizioni di “massima sicurezza”. La seconda richiesta è quella di predisporre un reparto Covid totalmente separato dal resto dell’ospedale assieme a una sala operatoria in cui trattare i casi sospetti. Infine si chiede la chiusura immediata del bar e di disattivare i distributori automatici delle bevande: “Rappresentano un ulteriore rischio di diffusione del virus”.

Andrea Deidda

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