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Consumi, rapporto Findomestic: redditi in crescita, aumentano gli acquisti

Un abisso fra i trentenni di oggi e quelli che hanno vissuto gli anni Ottanta: la speranza di allora ha lasciato spazio al pessimismo, i piani per il futuro alla precarietà, la stabilità al cambiamento continuo. Chi ha studiato negli anni del boom economico lo ha fatto con la certezza di una posizione certa, gli studenti di oggi guardano il mondo con meno sicurezze e più spirito di adattamento. È lo scenario che emerge dal ventunesimo rapporto della Findomestic, società di credito al consumo che ogni anno presenta il suo Osservatorio sui consumi italiani realizzato in collaborazione con Prometeia e quest’anno, accanto al report, ha illustrato anche un confronto fra i trentenni di trent’anni fa e quelli di oggi.

Uno scenario desolante, quello presentato questa mattina al T Hotel di Cagliari, che racconta di giovani dal presente instabile e dal futuro ancora più incerto ma tutto sommato pronti a cambiare rotta e abitudini a seconda di quanto offre il mercato, disposti a investire su formazione, aggiornamento e contatti personali e un po’ meno su beni di proprietà. “I ragazzi tra 25 e 35 anni oggi spendono per telefoni, internet, beni presto rivendibili e non pensano più all’automobile come status di posizione – ha sottolineato Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic – sono più disponibili a condividere le proprie cose e meno a impegnarsi in rate a lunga scadenza. Un ragazzo su quattro in Italia vive ancora con i genitori, la metà dei trentenni vive per conto proprio ma con il sostegno economico della famiglia e solo uno su quattro è riuscito a conquistare l’autonomia”.

Le spese dei trentenni di oggi sono un interessante e significativo specchio della società italiana che negli ultimi anni affronta una difficile crisi economica. Ma per fortuna i numeri ci raccontano di timidi, timidissimi segnali di ripresa: rispetto al 2013, in Italia il reddito pro capite è aumentato dello 0,7%, nell’isola dello 0,5%. Nel 2014 tutte le province sarde hanno visto in salita il reddito pro-capite: a sorpresa è Sassari la città che registra l’aumento maggiore arrivando a 15.382 euro, lo 0,9% in più rispetto a dodici mesi fa, seguita da Cagliari (15.095 euro, +0,5), Oristano (13.346 euro, +0,3) e Nuoro (13.525, +0,1).

Cifre positive che fanno ben sperare, e contemporaneamente sono aumentate anche le spese delle famiglie per i beni di consumo: su auto, moto, mobili e arredamento, elettrodomestici grandi e piccoli, elettronica di consumo e informatica complessivamente in Sardegna nell’anno appena trascorso sono stati investiti 1,1 milione di euro, ovvero 1,9% in più di quanto si è speso nel 2013.

I beni su cui i Sardi hanno speso di più sono le automobili nuove: il mercato delle auto ha contato 239 milioni di euro in tutta la Sardegna, ovvero 11,5% in più rispetto al 2013; tendenza positiva anche per le auto usate e le moto, mentre in calo sono le spese per elettrodomestici, elettronica di consumo e informatica. Il motivo? In generale in tutta Italia si sono acquistati televisori di ultima generazione nel passaggio al digitale terrestre, qualche anno fa, mentre se da un lato aumenta l’acquisto di telefoni, pc e tablet i prezzi di questi prodotti sono da tempo in calo.

Complessivamente anche l’isola registra una piccola crescita economica, se pure inferiore rispetto alla media nazionale, ma che fa ben sperare per il futuro prossimo. Ci siamo lasciati la crisi alle spalle? Forse si.

Francesca Mulas

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