Consulta boccia innesto in Regione di lavoratori Hydrocontrol e Sigma-Invest

La Regione Sardegna non poteva far transitare il personale dipendente a tempo indeterminato del centro di ricerca e formazione per il controllo dei sistemi idrici, Hydrocontrol e quelli della Sigma-Invest all’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna o all’Arpas, senza un concorso pubblico. Lo ha ribadito la Corte Costituzionale che ha censurato l’articolo 6, comma 8, della Finanziaria 2007, dichiarando l’illegittimità della norma. IL caso era stato sollevato dalla sezione lavoro del tribunale ordinario di Cagliari e oggi la Consulta ha confermato che “la selezione concorsuale costituisce la forma generale ed ordinaria di reclutamento per le amministrazioni pubbliche, quale strumento per assicurare efficienza, buon andamento ed imparzialità. La disposizione censurata consente infatti l’accesso dei dipendenti di due società private nei ruoli regionali, senza alcuna forma di selezione, neppure a concorsualità ‘attenuata’, e senza stabilire alcuna condizione in ordine alle modalità di assunzione di tali dipendenti – scrivono i giudici – D’altra parte, la deroga al principio del concorso non risulta giustificata dalla necessità di far fronte a peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico”.

Nel frattempo la Regione, con l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu, fa sapere di “seguire con molta attenzione la vicenda dei lavoratori ex Hydrocontrol e Sigma Invest. Siamo impegnati a trovare tutte le soluzioni possibili nell’esclusivo interesse dei dipendenti e dell’organizzazione regionale. Abbiamo attivato un filo diretto con il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e già lunedì – annuncia – è previsto un incontro a Roma per seguire con decisione e trasparenza tutto l’iter sino all’individuazione di una via d’uscita”.

All’attacco il deputato uscente di Unidos, Mauro Pili: “siamo dinanzi all’ennesima conferma di una gestione fallimentare e dilettantesca della Regione da parte di una giunta regionale guidata allora da Renato Soru e di cui Pigliaru era il braccio destro, incapace di governare qualsiasi processo di riforma. Centinaia di lavoratori, inseriti da anni nella pubblica amministrazione, con procedure ora bocciate dalla Corte costituzionale – osserva – rischiano di essere espulsi dalla stessa Regione”.

 

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