“Cercano creativi ma non li pagano”. Polemiche sul logo di Santa Cristina

Un concorso senza premi se non quello della visibilità. Polemiche per il restyling del nuovo logo che rappresenterà il santuario nuragico di Santa Cristina. La protesta tra gli addetti ai lavori: “Uno dei siti più importanti della Sardegna merita il lavoro di un professionista”. La replica: “Non ci rivolgiamo a grafici ma a giovani talenti che vogliano arricchire il curriculum”.

Cerchiamo creativi ma non li paghiamo. La chiamata arriva da Paulilatino, nell’Oristanese, e riguarda la realizzazione dei due loghi che rappresenteranno di fronte a turisti di tutto il mondo il tempio a pozzo di Santa Cristina, uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna, e il museo etnografico ‘Palazzo Atzori’. Un concorso che ha come unica ricompensa la pubblicità per l’autore. A promuoverlo online è la cooperativa Archeotour che da anni gestisce il parco archeologico di Santa Cristina. “Sei una persona creativa? Stiamo cercando te” è scritto nel sito web che sponsorizza il tema. “Come avrai già capito stiamo cercando l’idea migliore per il logo del santuario, che meglio rispecchi le caratteristiche e le unicità del sito archeologico. Abbiamo deciso di rinnovare la nostra veste grafica e l’idea del nuovo logo potrebbe essere la tua”.

Parole che hanno incuriosito grafici e professionisti del settore. Data la rilevanza del sito, hanno pensato a una buona opportunità lavorativa. Così hanno scaricato il documento con le linee guida del concorso, dove viene spiegato nei dettagli come realizzare il disegno e i requisiti specifici. Hanno letto che il logo “dovrà essere moderno, funzionale, semplice, chiaro, originale, utilizzabile ed eterno”. Non dovranno essere utilizzati più di tre colori e più di un carattere. Inoltre il logo “dovrà avere una percezione immediata ed essere rappresentativo. Dovrà essere originale per non indurre in errore o essere scambiato con altri ad esso simili”. Fino ad arrivare alle ultime righe del testo: “N.b: non è previsto alcun compenso o premio in denaro. La tua idea e il tuo nome potrebbero essere associati ad uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna”.

Alessandro Congiu, professionista cagliaritano, quando ha letto il documento è rimasto incredulo: “Il pozzo di Santa Cristina è uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna e, in quanto tale, merita il lavoro di un professionista, merita un bando di gara serio, trasparente, e retribuito equamente. Non ha bisogno di un ‘concorso’ vergognoso, iniquo e lesivo per chi, il progettista grafico, lo fa di mestiere. Stiamo parlando di un lavoro, se non fosse chiaro. È una professione vera e propria che richiede studio, competenza e soprattutto tempo che devono essere retribuiti in maniera equa”. Daniele Gregorini, direttore artistico dell’Urban Center di Cagliari, parla di vicenda tragicomica. “Proposte di questo tipo fatte da uno dei più importanti siti archeologici dell’isola squalificano diverse cose: il sito e di conseguenza tutto il preziosissimo patrimonio archeologico dell’isola, decretando che non merita un lavoro serio sull’immagine e sul marketing. Squalifica tutto l’apparato creativo isolano, barattando il suo lavoro con un’illusione di visibilità”.

La replica. Lo staff della cooperativa Archeotour, contattata da Sardinia Post, spiega che un contest regolamentato a premi avrebbe richiesto regole rigide e ferree. “Questa ‘chiamata alle idee’ non è rivolta a studi di grafica e più in generale a professionisti del settore. È rivolta a giovani talenti che potranno arricchire il proprio portfolio con questa esperienza, e l’autore del logo selezionato verrà valorizzato sui nostri canali ufficiali associando il proprio nome ad uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna. Sappiamo bene – proseguono – si tratti di un tema molto delicato, molto spesso si sente dire ‘ti pago in visibilità’, celando una volontà di fondo di sfruttare il lavoro altrui non retribuendolo adeguatamente. Il team che gestisce la promozione del sito archeologico ha internamente figure con le competenze necessarie per la realizzazione del logo. Qualora le proposte non venissero ritenute soddisfacenti verrà intrapresa questa strada. Questo per precisare che non si tratta di una questione economica e ancora di più comprendiamo il valore che c’è dietro la realizzazione di un logo”. La cooperativa inoltre fa sapere che “all’iniziativa hanno aderito delle classi scolastiche che si sono sentite stimolate dall’idea di contribuire alla realizzazione del logo. Di questo siamo entusiasti – concludono – ognuno è libero di partecipare, rispettiamo le opinioni di tutti e ci auguriamo di aver reso più chiaro il senso dell’operazione e, più in generale, le nostre intenzioni”.

Andrea Deidda

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