Ancora una giornata di protesta per gli operatori dei Centri servizi per l’impiego, Csl e Cesil. Questa mattina hanno organizzato un nuovo presidio sotto il palazzo del Consiglio regionale, per poi spostarsi di pomeriggio davanti all’assessorato del Lavoro e fare quindi ritorno in via Roma per una conferenza stampa sulla stato della vertenza.
I manifestanti hanno rilanciato l’urgenza di essere reintegrati. Con loro una mamma, anche lei senza contratto dal primo gennaio scorso, che sta partecipando alla protesta con il suo bambino di pochi mesi in carrozzina. “Tutto è in alto mare – denunciano i segretari regionali della Funzione pubblica Nino Cois (Cgil), Davide Paderi (Cisl) e Abderazak Chabaani (Uil Temp) – Ci sono 360 persone senza salario per colpa di leggi regionali non applicate: il paradosso é che sono a spasso proprio quei lavoratori chiamati a trovare un’occupazione a tanti altri disoccupati attraverso il supporto dei Centri per l’impiego sul territorio che ora non funzionano più. Nonostante gli impegni e i provvedimenti legislativi già adottati – sottolineano i sindacati -, la mancata attuazione delle norme aggiunge al danno la beffa”.
Da qui l’ennesimo appello alla Regione per sbloccare la vertenza assicurando il reintegro di tutti i 360 operatori dei Csl e Cesil della Sardegna.