Massimo Cellino

Cellino al dirigente comunale: “Fate subito quei lavori o ti faccio il c…”

“Se non porti a termine questo tipo di lavori, il cu… che vado a cercare non è uno qualsiasi ma il tuo”. Così il presidente del Cagliari Massimo Cellino si sarebbe rivolto al dirigente comunale  di Quartu Pier Paolo Gessa.

E’ uno dei particolari più sconcertanti tra quelli che emergono dall’ordinanza con la quale il gip Giampaolo Casula ha motivato l’arresto del presidente del Cagliari-calcio, del sindaco di Quartu Mauro Contini e dell’assessore ai Lavori pubblici Stefano Lilliu.

E’ lo stesso dirigente comunale a riferirlo durante un interrogatorio del 5 dicembre scorso, asserendo di aver ricevuto anche telefonate nel cuore della notte da Cellino che lo avrebbe minacciato (“me l’avrebbe fatta pagare personalmente”) se non fossero arrivate le recinzioni previste per lo stadio di Is Arenas.

Pericolo di inquinamento delle prove e gravi indizi di colpevolezza. Sono queste le motivazioni alla base dell’arresto di Massimo Cellino (che stava per lasciare la città per un periodo di vacanza in montagna quando è stato arrestato nella sua abitazione) e di Mauro Contini. Motivazioni rafforzate anche dallo speciale rapporto di amicizia che lega i due. Il giudice per le indagini preliminari Giampaolo Casula, infatti, fa riferimento all’intercettazione di una telefonata nella quale Cellino, riferendosi al sindaco di Quartu, dice: “”Se sono diventato presidente del Cagliari è colpa sua. Mauro è quello che mi ha portato per la prima volta a vedere una partita al Sant’Elia”.

L’ordinanza di custodia cautelare è composta da 56 pagine. Secondo il magistrato, una misura diversa da quella del carcere (gli arresti domiciliari, per esempio) in questa fase dell’indagine non sarebbe stata praticabile perché gli indagati sarebbero in qualche modo venuti a conoscenza “delle intercettazioni telefoniche e ambientali in atto”.

Le accuse – falso e tentato peculato – sono le stesse che portarono in cella a fine novembre i due dirigenti del comune di Quartu e l’amministraztore unico dell’impresa Andreoni. In questi tre mesi l’indagine è andata avanti, non solo con l’interrogatorio degli indagati e di nuovi testimoni, ma anche con intercettazioni telefoniche e ambientali. Che con tutta probabilità, come va intendere il giudice, sono ancora in atto.

 

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