Cargo sulle rocce, al lavoro sul piano: prima via idrocarburi, poi il disincaglio

La priorità è la rimozione degli idrocarburi presenti nelle cisterne per scongiurare l’inquinamento delle coste: si lavorerà anche durante la notte per approvare il piano operativo che dovrebbe consentire alla società olandese Smit Salvage di intervenire già da domani mattina. È stato questo il punto chiave dell’ennesima riunione alla Capitaneria di porto di Cagliari sul cargo incagliato a Sant’Antioco sulla costa sud occidentale della Sardegna.

Solo una volta risolto questo problema si potrà pensare al piano principale. Cioè a portare via il mercantile fermo ormai da una settimana sulle rocce affioranti del Sulcis. Non sarà semplice nemmeno portare via gli idrocarburi: secondo le prime ipotesi i liquidi potrebbero essere rimossi nel giro di una settimana. Sempre se le condizioni meteo marine non dovessero creare ulteriori impicci. Si procede per step. Solo dopo che sarà scongiurata l’ipotesi inquinamento si potrà lavorare alla rimozione dell’imbarcazione.

La situazione è abbastanza chiara: la presenza di diverse falle nei doppi fondi sarà il punto di partenza del piano operativo. Ma nella riunione l’argomento è rimasto sullo sfondo. Non esiste una procedura standard: un mercantile che si incaglia tra le rocce non è un caso che capita tutti i giorni. E il fatto che il cargo sia adagiato tra le secche – questo era emerso dai primi riscontri – rende sicuramente più complicato l’avvicinamento di un’altra nave che potrebbe trainare o sollevare il cargo. In questi casi le esperienze – non molte – potrebbero suggerire l’utilizzo di cuscini per sollevare l’imbarcazione o si potrebbe addirittura arrivare a ipotizzare anche il taglio della nave in sezioni per facilitare la rimozione.

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