Stop temporaneo al taglio di carbone nell’ultima miniera italiana, ben nota alle cronache nazionali: la Carbosulcis di Nuraxi Figus, Gonnesa, profondo Sulcis. Che succede? Questioni di sicurezza dopo l’allarme scattato solo qualche giorno fa, giovedì. Quando in galleria di taglio e retrotaglio si sono avvistate fiamme e fumo, secondo quanto riferito dalla Nuova Sardegna, a causa dell’autocombustione del minerale accumulato che avrebbe dovuto essere trasportato in superficie ma il nastro era guasto. E lo è tuttora. Quindi evacuazione degli operai immediata dalla galleria e precauzione ma tutto rientra nella norma, assicurano i vertici della società in house della Regione Sardegna, in particolare il direttore della miniera Mario Porcu.
Così spiega le ragioni l’ingegnere: il taglio del carbone si ferma e il livello di ossigeno nell’area di lavoro sale e parte la procedura di messa in sicurezza che prevede la sistemazione di due tappi alla galleria e l’immissione di azoto per abbassare i valori. Il tutto per evitare fenomeni di autocombustione. La dinamica è definita “un atto codificato e normale”. “Non c’è stato niente di eccezionale ma il semplice rispetto di procedure codificate – spiega Porcu interpellato in merito a un presunto allarme – i segnalatori hanno evidenziato un’ossidazione nell’area del taglio, ferma da alcuni giorni per via di alcuni interventi di manutenzione ai nastri. Nonostante i valori fossero al di sotto della soglia di allerta si è deciso di procedere con l’applicazione del protocollo che prevede la sistemazione di due tappi e l’immissione di azoto per abbassare i valori”. Per il direttore della miniera si tratta di “eventi controllati – aggiunge – perché l’area è costantemente monitorata da sensori che danno in tempo reale i valori dell’ aria”. Giancarlo Sau, delegato sindacale della Rsu Filctem e componente della Rls spiega che “la situazione è sotto controllo, si è intervenuti in sicurezza e senza problemi”. Dello stesso parere Stefano Meletti delegato Rsu Uil. “Da una decina d’anni la miniera è dotata di un impianto per la produzione di azoto – spiega – che viene usato proprio in questi casi perché questa è una miniera di carbone”. Meletti spiega che “ora è tutto sotto controllo e questa miniera ha strumenti di sicurezza all’avanguardia”.