Cagliari, studentessa segregata e violentata per mesi: arrestato il fidanzato

Ha segregato in casa la fidanzata, l’ha picchiata e costretta con la violenza ad avere rapporti sessuali, minacciandola di rovinarle la vita universitaria e familiare. Gli agenti della Squadra mobile di Cagliari, coordinati dal dirigente Leo Testa, hanno arrestato uno studente fuori corso di 31 anni – le generalità non sono state diffuse per tutelare la vittima – con le accuse di violenza sessuale continuata, atti persecutori, sequestro di persona e lesioni ai danni dalla fidanzata, una ragazza poco più giovane di lui, studentessa, da pochi mesi trasferita a Cagliari, dove divide l’appartamento con altre colleghe.

L’arresto arriva dopo la denuncia presentata dalla vittima il 6 ottobre scorso, giorno in cui è riuscita a scappare dalla sua abitazione in cui era stata rinchiusa dal giovane che l’aveva costretta con la violenza a subire rapporti sessuali per tutta la notte. Ma le violenze e le minacce sarebbero iniziate già a novembre dello scorso anno. La relazione tra i due sarebbe stata sempre tumultuosa e difficile. Un legame ambiguo, come lo hanno definito gli investigatori, iniziato come un normale rapporto e diventato un incubo per la ragazza. Il giovane l’avrebbe ripetutamente picchiata e tormentata, minacciando di rovinarle la vita. Secondo alcune indiscrezioni, il 31enne avrebbe anche ripreso e fotografato alcuni rapporti sessuali e, pur di soggiogare la fidanzata, avrebbe minacciato di farli circolare in rete. Proprio per questa ragione la Polizia avrebbe sequestrato nell’abitazione del giovane tutte le apparecchiature elettroniche.

La studentessa per lungo tempo non ha mai trovato il coraggio di denunciarlo o lasciarlo. Era completamente succube del fidanzato che la colpevolizzava e, con pressioni psicologiche, continuava a tenerla in pugno. “Nell’ordinanza del Gip – spiegano dalla Questura – si evince che si tratta di uno di quei rapporti vittima-carnefice che possono portare a conseguenze ben peggiori e che per tale motivo l’intervento della Polizia e l’adozione del provvedimento da parte della magistratura è stato così tempestivo”. Nemmeno il 6 ottobre scorso quando la studentessa è riuscita a fuggire dall’appartamento in cui era segregata, dopo una notte di violenze, per farsi medicare all’ospedale san Giovanni di Dio ed è stata rintracciata dai poliziotti, voleva denunciarlo. L’aveva colpita con calci e pugni, provocandole diverse ferite, poi l’aveva chiusa in casa portandole via le chiavi. Ma lei è riuscita a fuggire raggiungendo l’ospedale. Agli investigatori inizialmente non voleva dire nulla, poi è crollata.

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