Cagliari, il rebus dello stadio. Ora si punta di nuovo a Trieste

Come un gioco dell’oca: si torna da dove si è partiti. Non è infatti ancora ufficiale, ma il Cagliari calcio potrebbe ricominciare da dove ha terminato l’ultimo campionato, ossia a Trieste. La domanda alla Lega sarà presentata domani, ultimo giorno utile per l’indicazione dell’impianto di gioco, ma il club rossoblù avrebbe già incassato il benestare del Comune giuliano. L’utilizzo dell’impianto da parte dell’Udinese, alle prese con la ristrutturazione del Friuli, non costituirebbe un problema: il calendario sarebbe stilato alternando in casa le partite di bianconeri e rossoblù.

La scelta di Trieste è ricaduta dopo il no del comune di Brescia alla subconcessione dello stadio Rigamonti. A quel punto – la conferma è arrivata soltanto ieri – il Cagliari ha dovuto scegliere: o Is Arenas (stadio al centro delle  vicende giudiziarie per presunti abusi edilizi) o un altro stadio fuori dall’isola. Lo stadio di Quartu però al momento non ha l’agibilità: solo una volta eseguiti i lavori che mancano al completamento dell’opera, il Cagliari potrebbe ottenere la licenza per l’utilizzo dello stadio. E, a quel punto, la società potrebbe chiedere il cambio con lo stadio di Trieste e ritornare in Sardegna. In realtà c’è un altro stadio a disposizione, lo storico Sant’Elia: anche l’ultimo incontro tra il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha confermato che ci sono progetti di rilancio per lo stadio post scudetto. Nell’immediato va tenuta sempre presente l’intesa raggiunta un mese fa tra club e Comune con la possibilità di una riapertura del Sant’Elia, ma solo delle tribune, nel caso in cui ci fossero stati problemi con Is Arenas.

Per l’impianto di Quartu oggi è un’altra giornata cruciale: questa mattina sono state depositate le consulenze tecniche richieste dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta sulla ristrutturazione dello stadio. Riflettori puntati anche sul comune di Quartu che nelle prossime ore dovrebbe definire le proprie strategie. La Prefettura, nel rilasciare il nulla osta all’uso dell’impianto riguardo la tutela dell’ordine pubblico, aveva richiamato la competenza del comune di Quartu “ad autorizzare l’impianto in parola previo rilascio delle licenze previste”.

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