Nel bocchettone di aspirazione dove ieri è rimasto incastrato il bambino di Irgoli, Richard Mulas, morto ieri a Orosei, mancava la retina di protezione. Lo ha detto, in un’intervista al Tg
regionale della Rai Sardegna, Sergio Appeddu, il titolare della struttura ricettiva ‘Gli Ulivi’ teatro della tragedia (nella foto, la piscina era condivisa con un altro residence, ‘Il Rifugio’). “Ce ne siamo accorti due o tre giorni fa – ha raccontato l’albergatore -. Ma non pensavamo fosse un problema: bisognava proprio andare a cercare il pericolo. Non è possibile venire risucchiati mentre ci si passa davanti. C’è un buco di 40 centimetri e la mano di un adulto lì non ci entra”, ha detto.
Nella stessa intervista del tg regionale, il proprietario de ‘Gli Ulivi’ ha aggiunto: “Lo scarico di fondo (cioè il bocchettone) lo utilizziamo una volta all’anno per scaricare la piscina. L’aspirazione, invece, avviene in alto se la piscina ha skimmer (sono altri bocchettoni sistemati lateralmente nella vasca). Il bambino era sicuro, era bravo a nuotare e si è fidato nell’andare a cercare dentro questo buchetto”. Adesso Appeddu rischia di finire sul registro degli indagati nell’inchiesta aperta dalla Procura di Nuoro: stando alla ricostruzione degli inquirenti, il bambino di sette anni ha infilato la mano nel bocchettone dell’aspirazione per recuperare un proprio giocattolo, forse una palla con la quale stava giocando in acqua.