Bimbo morto in piscina, l’ipotesi: nel bocchettone cercava un suo giocattolo

Spunta un dettaglio drammatico sulla morte di Richard Mulas, il bambino di 7 anni che ieri ha perso la vita nella piscina dei residence dove lavora la mamma, a Orosei: gli inquirenti, guidati dalla sostituta procuratrice Ilaria Bradamante, titolare dell’inchiesta, ipotizzano che il piccolo abbia infilato la mano nel bocchettone dell’aspirazione sul fondo della piscina per recuperare un giocattolo (forse una palla) con cui si stava divertendo in acqua. Solo che la mano di Richard è rimasta incastrata e il settenne è morto annegato. Col passare delle ore è emerso, per ammissione di Sergio Appeddu, proprietario del residence ‘Gli Ulivi’ dove è avvenuta la tragedia, che nel bocchettone mancava la retina di protezione.

Richard Mulas è morto ieri intorno a mezzogiorno, quando nella piscina non c’era nessuno. Non ci sono quindi testimoni oculari che possano aiutare a capire cosa realmente sia successo in acqua. Il bambino aveva raggiunto Orosei di mattina, da Irgoli, doveva viveva insieme alla mamma ecuadoregna e al papà sardo. A nulla sono valsi i tentativi del persone del 118 di rianimare il piccolo, trovato da un turista sul fondo della vasca. La piscina, condivisa dai residence ‘Il Rifugio’ e ‘Gli Ulivi’ è stata messa sotto sequestro.

Sempre sul fronte investigativo emerge intanto che la piscina di Orosei non era in servizio alcun bagnino perché le dimensioni e la profondità della vasca (un metro e 20) non richiedevano l’impiego di un operatore di salvataggio, in base alla normativa vigente. Un aspetto, questo, che la Procura di Nuoro sta ora verificando.

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