Barista ucciso a martellate a Sassari. L’autopsia: ‘È stato anche strangolato’

Chi ha ucciso Antonio Fara, venerdì scorso a Sassari, ha prima tentato di strangolarlo con la cintura di un accappatoio, che però si è rotta, l’ha colpito ripetutamente con calci e pugni al volto e con una padella che gli investigatori hanno ritrovato col manico rotto e il fondo deformato, ma a decretare la morte è stato un colpo di martello che ha sfondato la scatola cranica. È quanto emerge dall’autopsia eseguita nel pomeriggio sul corpo del barista sassarese di 47 anni dal medico legale, Salvatore Lorenzoni.

Serviranno ulteriori accertamenti per capire se i colpi inferti a Fara all’interno del suo appartamento abbiano preceduto o siano successivi al colpo mortale alla testa. Un dettaglio non irrilevante per stabilire se l’autore del delitto si sia accanito o meno sul corpo ormai esanime della vittima. Dell’omicidio è accusato Claudio Dettori, sassarese di 24 anni senza fissa dimora, che da qualche giorno la vittima ospitava a casa. Difeso dagli avvocati Claudio Mastandrea e Marco Salaris, durante l’interrogatorio di garanzia cui è stato sottoposto dal gip, Antonello Spanu e dal pm Giovanni Porcheddu, il giovane si è professato innocente.

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