Addio all’Autorità portuale come presidente, ma Piergiorgio Massidda, due giorni dopo la sentenza del Consiglio di Stato che lo estromette dalla guida del porto di Cagliari, si mette a disposizione per una eventuale chiamata da commissario.
“La rabbia è tanta – ha detto l’ex senatore del Pdl questa mattina durante la conferenza stampa di saluto all’incarico – e avrei tanta voglia di dire di no. Ma prevale il senso di responsabilità per tutto quello che ho portato avanti e che si deve concludere, anche se dovessi avere poco tempo a disposizione: in questo senso sono a disposizione”.
La sentenza? “Dura e inusuale – ha commentato Massidda – le esperienze che i giudici dicono non essere in mio possesso? Ora ce le ho – scherza riferendosi all’ipotesi commissario – ho fatto due anni il presidente. Ma le avevo anche prima: un parlamentare è uno che si documenta su quello che sta facendo quando deve presentare emendamenti e votare leggi. Ma poi ho lasciato il Senato, l’unico a essermi dimesso, per dedicarmi totalmente al porto: chi l’avrebbe mai fatto?”.
Per Massidda il porto senza presidente rischia di perdere mille occasioni: “Ci sono dei concorsi e c’è il bando per i maxi yacht, ad esempio. E se qualcuno fa ricorso puntando sul fatto che i bandi sono stati firmati da un presidente illegittimo cosa succede?”. Ma ci sono altre preoccupazioni: “Non ho ancora ricevuto un documento di revoca dell’incarico: lunedì sarò al lavoro, ma non firmerò nulla. Proprio lunedì avrei dovuto firmare per la darsena dei pescherecci: avremmo dato ai lavoratori uno spazio speciale che attendevano da tempo consentendo la prosecuzione della specializzazione del porto storico nel diportismo. E ancora: il 15 e 16 ottobre una grossa società americana per firmare un contratto da duecento posti di lavoro. Sono rimasti spiazzati quando li ho avvisati che non ci sarò più io. Stesso discorso per le crociere: stavo per andare a Singapore per convincere i grossi armatori a puntare ancora su Sardegna e Italia e a non dirottare le navi nel mercato asiatico”.
C’è un altro punto importante: “Nei prossimi giorni – ha spiegato Massidda – avremmo dovuto risolvere con la Regione la questione zona Franca: noi siamo pronti a partire con dieci ettari”. Ma in generale il presidente dell’Autorità portuale ha parlato di un pacchetto di lavori in corso e di opere da iniziare per oltre 120 milioni di euro, dal porto canale alla nuova stazione marittima. “Siamo diventati il terzo porto in Italia e questo ha dato fastidio: volevano che Cagliari rimanesse la bella addormentata nel bosco”.
Intanto i parlamentari del Pd Silvio Lai, Gian Piero Scanu e Romina Mura chiedono al che “il ministro Lupi congeli, in autotutela, la nomina alla guida dell’Autorità portuale del Nord Sardegna (il commissario è Fedele Sanciu, ndr) e riferisca in Commissione Trasporti della Camera anche sulla situazione che si è venuta a creare a Cagliari, dopo la sentenza del Consiglio di Stato”.
“L’assenza dei requisiti richiesti per ricoprire un incarico così importante – afferma Lai – non deve essere certificata dai giudici e, come accaduto per Cagliari, due anni dopo l’insediamento del presidente incaricato. Il Consiglio di Stato è stato chiaro ed un ministro della Repubblica non può pensare di ignorare impunemente le indicazioni dei giudici amministrativi. Su quanto avviene in Sardegna, Lupi riferisca in Commissione trasporti alla Camera e in Senato”, conclude il segretario del Pd sardo.
