Attentato a Monastir, la sindaca Murru: “Condanniamo il gesto ma no al centro migranti”

La sindaca di Monastir, Luisa Murru, affida al profilo Facebook del Comune una nota sull’attentato intimidatorio nella scorsa notte contro il nuovo centro migranti che dovrebbe essere ospitato nell’ex scuola penitenziaria. Così si legge: “In primo luogo ci dissociamo completamente da atti vandalici di ogni genere che siano accaduti o che malauguratamente potrebbero avvenire in futuro. L’abbiamo già detto in altre occasioni e dimostrato platealmente nella manifestazione pacifica che abbiamo organizzato, noi Amministratori, sabato scorso: la nostra protesta e il nostro dissenso devono essere espressi con la parola e con il ragionamento, non con atti di inciviltà che danneggiano la proprietà comune o privata e possono mettere a repentaglio l’incolumità delle persone”. E ancora ribadisce la propria posizione lontana dal razzismo: “Per questo motivo abbiamo preso le distanze da atteggiamenti non costruttivi e da ideologie estremiste o addirittura xenofobe che in alcuni casi hanno cercato di avvicinarsi a noi e alla nostra lotta. Una lotta che, lo ribadisco con forza, sarà sempre condotta con il ragionamento e la dialettica, mai con la violenza e l’inciviltà. Mi aspetto che anche le altre forze politiche abbiano lo stesso atteggiamento e non alimentino derive populistiche inutili o di pericolosa intolleranza”.

Il “no” resta, quindi, per una struttura d’accoglienza definita ghetto:  “Come dichiarato all’inizio del nostro mandato siamo per l’accoglienza, l’integrazione e i diritti umani. Questo non vuol dire  luisa-murru-monastiravvallare la realizzazione di una struttura-ghetto dove possano essere stipate centinaia di persone, in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie, di programmi di accoglienza e di integrazione e in totale noncuranza delle esigenze e dell’opinione del territorio che le ospita. Tutt’altro. Già nel 2014. si parlava della creazione di questo centro. Da quando siamo stati eletti abbiamo preso una posizione netta nei confronti di questi progetti scriteriati: siamo stati l’unica amministrazione ad aver avuto il coraggio di approvare una delibera di giunta, un vero atto politico ed ufficiale, contro questa decisione, correndo anche il rischio di essere tacciati ingiustamente di razzismo. Abbiamo poi ribadito la nostra posizione in più occasioni, anche con l’intero Consiglio Comunale, e abbiamo fatto concrete proposte sull’uso alternativo e vantaggioso per la collettività di quella struttura”.

Da qui i motivi della protesta: “Purtroppo richieste e proposte sono rimaste inascoltate, come già successo in tanti altri paesi italiani e la Prefettura ha continuato nel suo disegno, degnandoci esclusivamente di scarne informazioni e comunicazioni, ignorando totalmente il parere nostro, che non è altro che il parere della comunità. A questo punto della vicenda, quando appare chiaro a tutti che la realizzazione del centro per i migranti va avanti a dispetto di ogni rimostranza o proposta, la realtà ci impone di fare ulteriori richieste concrete, che riguardano il futuro, la sicurezza e i diritti civili dei cittadini e dei migranti. Chiediamo dunque di essere informati in maniera precisa e frequente sui progetti e le attività della Prefettura”. E in chiusura le richieste sulla struttura: “Chiediamo che questo centro ospiti un numero di migranti che sia compatibile con piani di accoglienza e integrazione reali e fattibili, che garantiscano pieno rispetto dei diritti umani e la sicurezza di cittadini e migranti. Chiediamo che si tenga conto della realtà territoriale, in modo che questo centro non si traduca per noi in un carico insostenibile ed in un freno allo sviluppo della zona.Infine, vista l’ipotesi pervenuta a mezzo stampa di una struttura di accoglienza per minori non accompagnati, chiediamo che la Prefettura e la Regione tengano conto anche in questo caso del numero degli ospiti, riflettendo sul fatto che un minore, di qualsiasi nazionalità sia, ha diritto ad una ancor maggiore tutela, a specifici progetti di istruzione ed integrazione ed eventualmente a programmi di sensibilizzazione all’affido. Tutto questo, pur doveroso, non può ricadere sulle spalle dei nostri servizi Sociali, già impegnati, con l’attuale organico risicato, nella quotidiana assistenza dei nostri cittadini in difficoltà”.

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