Attentato Monastir, controlli rafforzati Carabinieri a caccia degli autori

Che la trasformazione dell’ex scuola della Polizia penitenziaria di Monastir, nell’hinterland cagliaritano, in centro di accoglienza per migranti non andasse giù al Comune e ai cittadini era cosa nota già dai primi annunci della Prefettura di Cagliari, quando ancora l’emergenza accoglienza non era esplosa in tutta la sua drammaticità con l’arrivo in Sardegna degli ultimi 1.258 profughi. Ma nessuno, nonostante la recente protesta davanti alla struttura con il blocco dei mezzi impegnati nella ristrutturazione, poteva immaginare che la tensione salisse alle stelle, tanto da spingere mani ignote a voler mettere fine alla polemica con la distruzione dell’edificio.

È accaduto nella notte tra lunedì e martedì con un attentato incendiario e il tentativo di demolire l’ex scuola facendo esplodere una bombola di Gpl. Qualcuno, intorno alle 23, si è introdotto all’interno scavalcando la rete di recinzione. Conosceva bene l’edificio e come muoversi. Ha prima indirizzato l’attenzione al locale in cui si trovano la centrale idrica e l’impianto elettrico e ha appiccato un primo rogo, utilizzando carta e liquido infiammabile: tutto distrutto. Il raid è proseguito altrove: nel locale caldaie è stata piazzata una bombola di Gpl da 15 kg con l’obiettivo di farla saltare, ma non ha funzionato per un soffio. In compenso l’ incendio comunque appiccato nel locale ha provocato l’esplosione delle caldaie: un boato intenso sentito dai residenti della zona che hanno subito chiamato il 112. Insieme ai carabinieri sono arrivate le squadre dei vigili del fuoco. Un intervento non facile a causa della mancanza di luce dentro lo stabile. Le fiamme, nel frattempo, si erano quasi spente da sole. All’alba la conta dei danni e la scoperta della bombola di Gpl inesplosa.

Il prefetto Giuliana Perrotta ha convocato a Monastir il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ed effettuato un sopralluogo: i danni sono ingenti. La riunione è poi proseguita a Cagliari, dove è stato deciso il rafforzamento dei controlli non solo a Monastir ma anche nei vari centri di accoglienza. Né al sopralluogo e nemmeno al Comitato era presente la sindaca Luisa Murru, da giorni in polemica con la Prefettura perché, dice, non è stata coinvolta nella scelta legata al futuro dell’ ex scuola. Ma la Perrotta smentisce. Quanto all’attentato parole di dura condanna.

“Abbiamo sempre espresso il nostro dissenso con la dialettica e ancora una volta ripudiamo la violenza e il razzismo – chiarisce la prima cittadina – Ribadiamo la necessità di un dialogo corretto e puntuale tra la Prefettura e l’ Amministrazione”. Da parte sua il governatore Francesco Pigliaru precisa: “Questo atto inaudito non ci farà recedere dalla nostra politica dell’accoglienza. Ma ribadiamo l’esigenza che sia rispettata la quota prevista per la Sardegna”. Per il ministro dell’Interno Angelino Alfano si è trattato di un vero e proprio “gesto delinquenziale”, quindi rassicura: “sono situazioni che teniamo sotto controllo”.

I carabinieri della Compagnia di Dolianova stanno effettuando tutti gli accertamenti per cercare di individuare gli autori. In zona, purtroppo, non ci sarebbero sistemi di videosorveglianza e nemmeno l’ex scuola ne era dotata. I militari hanno raccolto le testimonianze dei residenti, gli stessi che hanno sentito il boato provocato dall’esplosione nell’area caldaie, ma al momento non è emerso nulla.

Manuel Scordo

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