Asserragliati in miniera con le molotov pronte

LA DIRETTA.

Ore 18.30 Un silenzio assordante avvolge la tragica protesta dei lavoratori Igea impegnati nell’occupazione dei pozzi minerari a Monteponi e Campo Pisano. Da parte delle istituzioni nessun segnale. A parte le strutture sindacali e le forze dell’ordine che controllano la situazione, e che sono anche di conforto nei riguardi di questi lavoratori-padri di famiglia, niente è dato sapere sugli intendimenti verso le sorti dell’Igea. Per Mario Podda, delegato Rsu della Uil “si tratta di un ulteriore prova di responsabilità da parte dei lavoratori che nel silenzio più assoluto perseverano nella lotta per la sopravvivenza. Non ci resta che attendere la riunione di martedì in Prefettura -continua il sindacalista- nella quale dovrebbero essere presenti il presidente Cappellacci e l’assessore Liori, da cui certamente scaturiranno delle prime indicazioni su come si intenderà procedere per dare un futuro certo alla società, ai dipendenti e, come ha evidenziato il collega in occupazione nel pozzo, al territorio tutto, perché anche questa è una battaglia di tutto il territorio”. Un’altra notte nel buio delle gallerie attende gli uomini dell’Igea, in attesa che il domani porti un po’ di serenità.

Ore 13.20 Non ci sono al momento novità dopo la visita degli amministratori comunali di Iglesias sul fronte della vertenza Igea. Gli operai asserragliati nella galleria Villamarina di Monteponi e quelli rinchiusi nella sala pompe del pozzo 2 di Campo Pisano hanno nuovamente richiuso i lucchetti degli accessi ai luoghi occupati. I loro colleghi e i rappresentanti sindacali costantemente in contatto con loro, dall’esterno, cercano di dare ogni supporto per superare questi gravi momenti. La presenza di combustibile esplodente all’interno del pozzo mantiene alta la tensione in attesa di notizie.

Ore 11 Sono asserragliati all’interno del “Pozzo 2” della miniera di Campo Pisano. Precisamente nella “Sala quadro”, cioè nel luogo da cui viene pompata l’acqua per la città di Iglesias.  Sono tre lavoratori dell’Igea. Non si conoscono i loro nomi. Hanno il viso coperto da passamontagna.

Accanto a loro ci sono tre lattine piene di benzina e altre tre bottiglie con un pezzo di stoffa che sbuca dall’interno: bombe molotov.  Tengono in mano un accendino. Se martedì sera non verrà approvato il bilancio della società per cui lavorano, e con esso la salvezza del loro posto “Siamo pronti a fare l’impensabile”, dicono con le lacrime agli occhi.

E’ la scena che si è presentata stamattina a una delegazione di una decina di amministratori di Iglesias, consiglieri comunali della maggioranza guidati dalla vicepresidente dell’assemblea cittadina Franca Fara, giunti a Campo Pisano per portare la solidarietà della cittadinanza ai lavoratori in lotta.

Gli operai hanno ricostruito la storia dell’Igea. Assumendosi anche un parte di responsabilità. L’Igea, nata nel 1998 per fare le bonifiche, in realtà non le ha realizzate. E’ diventata un carrozzone politico e clientelare. “Avremmo dovuto denunciare prima quanto accadeva”, hanno detto.

Nelle foto alcuni dei momenti drammatici che si stanno vivendo nel Pozzo 2 e la preoccupazione degli amministratori di Iglesias arrivati in visita nella miniera di Campo Pisano.

 

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