È durata cinque ore l’autopsia sul corpo di Luigi Cherchi, l’allevatore di 67 anni di Noragugume, nel nuorese, ucciso a fucilate giovedì sera nella sua azienda vicino alla strada provinciale 33 che porta dal paese a Ottana.
Sui risultati dell’ esame autoptico, eseguito dal medico legale Roberto Demontis nel Policlinico di Monserrato (Cagliari) c’è però il massimo riserbo. Il professionista ha chiesto 90 giorni di tempo, per avere i risultati degli esami istologici, solo così si potrà dire con precisione quale è stata la causa di morte della vittima.
I familiari di Luigi Cherchi non hanno avuto ancora il nulla osta da parte del magistrato per la restituzione della salma, autorizzazione che potrebbe arrivare oggi e consentirne la tumulazione. I carabinieri del reparto operativo di Nuoro e i colleghi della compagnia di Bitti intanto si concentrano sulle indagini e lavorano a tutto campo sul movente.
La famiglia di Luigi Cherchi era coinvolta nella faida che dalla fine degli anni ’90 ha insanguinato il paese di Noragugume: due suoi fratelli sono stati uccisi a pochi mesi di distanza nel 1998 e un altro è stato condannato per omicidio sempre nell’ambito della faida. Ma non è l’unica pista che gli inquirenti percorrono: si indaga a tutto campo sulla vita dell’allevatore e in particolare sul fucile ritrovato a poca distanza dal luogo dove Luigi Cherchi giaceva privo di vita, davanti al cancello della sua azienda.
L’arma è stata affidata ai Ris che dovranno accertare se il fucile sia stato abbandonato dal killer prima di scappare o se apparteneva alla vittima. Numerosi gli interrogatori effettuati in due giorni dai militari, ma anche le perquisizioni e i posti di blocco. Noragugume nelle ultime ore è ripiombato di oltre 20 anni, nell’epoca in cui alcune famiglie del paese si affrontavano a colpi di arma da fuoco provocando una lunga scia di sangue. La sindaca Rita Zaru ha fatto un appello ai suoi cittadini affinché si volti veramente pagina.
