Amianto, alla Sardegna 32 milioni di euro per le bonifiche

Oltre trentadue milioni di euro per liberare la Sardegna dall’amianto. Si tratta di circa un dieci per cento dei 385 milioni che il ministero della Transizione ecologica ha destinato complessivamente alle Regioni per questo scopo, e che nell’Isola serviranno a mettere in campo 93 interventi.

Hanno illustrato il piano bonifiche il presidente governatore Christian Solinas e l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis. La metà delle risorse – 16 milioni di euro – è destinata alla rimozione dell’amianto nelle scuole: 34 gli interventi previsti. Altri 6,6 milioni sono per le condotte idriche: ce ne sono infatti ben novemila chilometri in cemento amianto di proprietà pubblica. Il resto – come indicato nella delibera di Giunta – è ripartito tra ospedali (1,3 milioni a disposizione di Ats e Aziende ospedaliero universitarie), ed edifici pubblici. Questi ultimi fanno riferimento a enti locali territoriali (1,7 milioni), Regione Sardegna (un milione), Agenzie regionali (1,7 milioni), Consorzi industriali (1,6 milioni), Consorzi di bonifica (285mila euro), partecipate (1,1 milione). I cantieri saranno allestiti a partire dal 2022, in attesa che siano stipulate le convenzioni con i beneficiari.

Tra gli investimenti più considerevoli, ci sono 600mila euro per la bonifica da amianto del patrimonio immobiliare dell’Area socio sanitaria di Sassari, ben 2,7 milioni per l’Istituto scolastico Bacaredda di Cagliari e 1,9 milioni per il Convitto nazionale sempre nel capoluogo. Ancora: 1,2 milioni per la bonifica del Liceo scientifico Marconi di Sassari, 3,2 per i Geometri “Falcone e Borsellino” sempre a Sassari. “Questo – ha spiegato Solinas – è il più grande piano di eliminazione dell’amianto messo finora in campo dall’amministrazione. Siamo tra le quattro Regioni che, rispetto al bando statale, hanno presentato un piano organico”. Questi lavori, ha precisato l’assessore Lampis, “dovranno essere conclusi entro il 2023. Entro il 31 dicembre provvederemo a firmare le convenzioni con i proprietari di immobili di tipo sanitario e ospedaliero, quindi con l’Ats, e con le Province e Comuni proprietari degli istituti scolastici”.

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