Udienza fiume oggi in tribunale a Tempio Pausania per i morti dell’alluvione del 13 novembre 2013: 13 vittime solo in Gallura, 19 in tutta la Sardegna. Sei ore per ricostruire gli ultimi istanti di vita di Patrizia Corona e della figlia di 3 anni Morgana Giagoni, inghiottite a bordo della loro Smart da un fiume di acqua e fango mentre tentavano di attraversare la zona Bandinu di Olbia. “Ho sentito distintamente le urla strazianti provenire dall’auto che si stava inabissando”, ha raccontato uno dei 15 testimoni chiamati a deporre, una donna che era riuscita a mettersi in salvo nei piani alti della sua abitazione tra via Gran Bretagna e via Belgio, teatro della tragedia di Patrizia e Morgana. Un altro teste ha poi ricostruito il disperato tentativo del marito e papà della piccola, Enzo Giagoni, di bloccare con il proprio corpo l’auto che veniva risucchiata dalle acque. “Anche le testimonianze odierne mettono in evidenza come i protocolli e le procedure adottate nell’alluvione del 2015 siano totalmente mancate nell’alluvione del 2013 – ha sottolineato l’avvocato Giampaolo Murrighile, che rappresenta i parenti della famiglia Corona-Giagoni – In città quel giorno non c’è stato alcun presidio delle forze dell’ordine precedente la tragedia, nessuna allerta, nessun allarme. E’ invece emerso – ha aggiunto il legale – come i volontari improvvisati abbiano cercato di portare in salvo quanta più gente possibile”. Sul banco degli imputati ci sono l’ex sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, l’attuale primo cittadino di Arzachena Alberto Ragnedda, i funzionari comunali Antonello Zanda, Gabriella Palermo e Giuseppe Budroni, un funzionario della vecchia Provincia, Federico Ceruti Ferrarese: tutti sono accusati a vario titolo di omicidio colposo, disastro ambientale e mancata attivazione delle procedure d’allarme. Il processo è stato aggiornato a venerdì 15 luglio.
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