Alluvione 2013, il crollo di Monte Pino: condannati progettista e collaudatore

Arrivano le prime condanne penali per le morti di Monte Pino, in seguito della strada crollata in Gallura con l’alluvione del 2013: il gup del tribunale di Tempio, Caterina Interlandi, ha inflitto un anno e 4 mesi di reclusione a Giuseppe Muzzetto, l’ingegnere che nel 1979 progettò quel tratto di strada provinciale. Un anno di carcere è stato invece deciso, con rito abbreviato, per il collaudatore di quell’opera, Antonio Zuddas. I due, assistiti rispettivamente dai penalisti Franco Luigi Satta e Chicco Tirotto, dovranno pagare una provvisionale di 30mila euro a ciascuna delle parti civili che si sono costituite nel procedimento penale. Era il 18 novembre quando l’asfalto di Monte Pino si aprì, diventando una gigantesca voragine, di cinquanta metri. Persero la vita l’imprenditore Bruno Fiore, la moglie Sebastiana Brundu e la consuocera Maria Loriga. Per l’unica sopravvissuta nella tragica frana del terrapieno, Veronica Gelsomino, il giudice ha stabilito il risarcimento provvisionale di 50mila euro.

Nei giorni scorsi il processo, con rito ordinario, è proseguito nei confronti degli altri coimputati. Le indagini portate avanti dalla procura della Repubblica hanno accertato che la provinciale 38 bis che collega Olbia con Tempio, passando per Monte Pino, venne realizzata in modo inadeguato nelle sezioni in cui i vari ruscelli piovani dovevano smaltire le acque. Un tubolare in lamiera zincata che negli anni si era corroso, lasciò infatti senza alcuna protezione il terrapieno, spazzato via come un castello di sabbia quando la pioggia torrenziale del ciclone Cleopatra trascinò a valle cinquanta metri di strada. In quella voragine precipitò il fuoristrada guidato da Bruno Fiore, con a bordo le due donne. Veronica Gelsomino, che percorreva la strada in quello stesso istante, viaggiava su un’utilitaria, non risucchiata dalla terra per un caso fortuito.

Il pubblico ministero Ginevra Grilletti aveva chiesto un anno di pena per il progettista e otto mesi per il tecnico collaudatore, mentre il gup ha deciso di aumentare la pena per i due imputati. I parenti delle vittime si erano costituiti parte civile nel corso delle diverse udienze preliminari che hanno preceduto la sentenza odierna. I familiari di Maria Loriga sono stati assistititi dagli avvocati Maurizio e Nicoletta Mani, quelli dei coniugi Fiore da Massimo Delogu, mentre l’unica superstite è difesa da Fabio Diomedi. La strada, dopo cinque anni, deve essere ancora riaperta al traffico.

G.P.C.

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