Alluvione 2013, il consulente del pm: “Ponte di Oloè andava presidiato”

“Il piano di Protezione civile della Provincia di Nuoro era insufficiente e assente in diversi Comuni tra cui quello di Oliena. Il ponte di Oloè andava presidiato, essendo un punto sensibile”. Lo ha detto in aula il consulente della Procura, Albero Timperi, nella nuova udienza del maxi processo per la tragica alluvione del 18 novembre 2013 in cui morì, inghiottito dal crollo del ponte, l’agente di polizia Luca Tanzi. Sul banco degli imputati 61 persone, tra amministratori e dirigenti di enti pubblici accusati a vario titolo di omicidio colposo e disastro colposo.

Il racconto del consulente della pubblica accusa, rappresentata dalla pm Emanuela Porcu, è durato alcune ore. Il professionista, davanti al giudice monocratico Giorgio Cannas, ha evidenziato tutte le criticità della macchina organizzativa del piano di Protezione civile provinciale. Secondo Timperi, una macchina “insufficiente per gestire un’emergenza di quelle dimensioni”. Gli imputati dei tre filoni d’inchiesta, poi unificata, devono rispondere del crollo del ponte di Oloè, sulla provinciale Oliena-Dorgali, in cui morì l’agente Tanzi, dell’esondazione della diga Maccheronis, a Torpé, che intrappolò in casa, uccidendola, l’anziana Maria Frigiolini, e del cedimento del ponte sul rio Sologo a Galtellì.

Dopo il consulente è stata sentita come testimone l’allora responsabile dell’Ente Foreste di Nuoro, Marinella Zizi, che ha raccontato la “situazione disastrosa” di Torpé all’indomani dell’alluvione: lei era lì con la colonna mobile della Protezione civile. Domani è previsto il contro esame del consulente del pm da parte dei difensori degli imputati.

 

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