Gli anziani sono i nuovi poveri e spesso sono costretti a mantenere i figli disoccupati. La denuncia arriva dalla Cisl che lancia l’allarme: in Sardegna c’è un problema legato al welfare, che va aggiornato alla luce dei nuovi scenari. La popolazione sarda è sempre più vecchia, il 20% ultra sessantacinquenne, e gli anziani vivono sempre più soli, poveri e privi di assistenza. Per via dei tagli alle pensioni e dell’aumento delle tasse, gli anziani si avvicinano sempre più alla soglia di povertà. “Siamo in piena emergenza – dice Piero Agus, segretario generale Fnp Sardegna – la povertà incide anche sui bisogni primari, si rinuncia a curarsi perché le pensioni non bastano”.
La pensione media per i 471 mila pensionati sardi Inps è di 670 euro al mese (nel nord Italia si percepiscono 888 euro mensili); 370 mila sono i poveri, i non autosufficienti si aggirano attorno alle 80 mila unità. Il 6% degli anziani percepisce una pensione sociale di 380 euro al mese. “Sta emergendo un nuovo dramma sempre più prepotentemente – aggiunge Agus – il 12% di donne in Sardegna vive da sola e con pensioni di reversibilità”. Sono dati racchiusi in uno studio accurato che la Cisl presenterà al congresso regionale del 27 e 28 marzo a Villanovaforru, dove è previsto l’intervento conclusivo di Gigi Bonfanti, segretario nazionale pensionati. “Come sindacato chiediamo con forza che i problemi di questa categoria vengano messi al centro delle agende politiche – conclude Agus – la Sardegna è quasi fanalino di coda per quanto riguarda l’assistenza domiciliare. C’é uno scollegamento tra politiche sanitari e sociali, se si pensa che la Sardegna ha speso 3 miliardi di euro per la sanità e solo 300 milioni vanno alle politiche sociali”.