Al Porto canale di Cagliari una struttura amovibile per identificare i migranti

Niente a che vedere con i Cie, i centri di identificazione ed espulsione proposti dal ministro Marco Minniti e sui quali infuria già la polemica, ma nel Porto canale di Cagliari potrebbe sorgere a breve una struttura amovibile per visitare e identificare entro 48-72 ore i migranti che arrivano in Sardegna, senza dover ricorrere alle tende, prima del trasferimento nei vari centri di accoglienza dell’Isola. Lo confermano la Capitaneria di porto e la Prefettura del capoluogo sardo. “La competenza è del ministero dell’Interno – sottolinea il comandante della Guardia costiera e commissario straordinario dell’Autorità portuale Roberto Isidori -. È già arrivata una richiesta informale e sono stati fatti i primi sopralluoghi. Attualmente – conferma – è stata individuata un’area all’interno del Porto canale”. Si tratta di una zona sulla sponda opposta del molo per le merci alla rinfusa, già utilizzata come approdo per le navi cariche di profughi.

“L’idoneità dell’area è allo studio dei competenti organi tecnici”, chiarisce Isidori. La struttura, essendo mobile, potrà essere spostata anche in altre città della Sardegna. “La Regione, che opera con noi nel predisporre gli sbarchi – spiegano dalla Prefettura – ha chiesto un finanziamento al ministero per poter allestire una struttura in grado di accogliere al meglio i migranti e facilitare il lavoro di tutti gli operatori. L’area è stata individuata in accordo con l’Autorità portuale, ma tutto si potrà fare soltanto quando sarà ultimata la progettazione dei vari container”. Anche la Prefettura precisa che “non si tratta di un centro di identificazione ed espulsione e nemmeno di hotspot, ma solo di un’area per rendere più comode sia ai migranti che agli operatori tutte le operazioni”.

(foto d’archivio)

 

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