Aias, il vecchio post dell’indagato: “Diamo servizi essenziali ai meno fortunati”

“Noi Aias Sardegna garantiamo servizi essenziali ai meno fortunati”. A scrivere queste parole in un post sul suo profilo personale Facebook, appena pochi mesi fa, è Luigi Lobina, operatore socio-sanitario dell’associazione Aias.

“I meno fortunati”, li chiama. Era il 28 novembre scorso, l’uomo condivideva sulla sua pagina il pensiero di un suo collega che due anni prima denunciava la situazione dei mille dipendenti sardi Aias: stipendi in ritardo, scarse garanzie sindacali, arroganza e prepotenza da parte dell’associazione, indifferenza dalle istituzioni.

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Chissà se Lobina pensava che un giorno il suo nome sarebbe finito tra i 14 dipendenti Aias denunciati per maltrattamenti, lesioni e ingiurie rivolte proprio ai “meno fortunati e abbandonati da tutte le istituzioni”.

E chissà se pensava che tra le prove chiave dell’indagine ci sarebbe stata anche un’intercettazione, catturata dalle microspie nascoste dagli inquirenti, che lo registravano mentre prendeva a schiaffi e minacciava una paziente. “‘Ne vuoi un altro? Dimmi se ne vuoi un altro? Hai finito? – si legge nell’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari. -A ogni domanda fa seguito uno schiaffo. ‘Ma ti è convenuto? Scemo… sei un coglione, sei un coglione, sei un coglione’. Il paziente continua a piangere e a supplicare: «basta, basta Gigi!”.

Francesca Mulas

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