Accoltellata dall’ex, esce dal coma: vuole sapere del figlio assassinato

Dopo quasi 40 giorni si è svegliata dal coma indotto farmacologicamente, Paola Piras, la donna di 51 anni di Tortolì colpita con 18 coltellate dal suo ex compagno di origini pakistane Masih Shahid, la mattina dell’11 maggio scorso, quando suo figlio Mirko di 19 anni è rimasto ucciso nel tentativo di difendere la mamma. La notizia è stata anticipata da La Nuova Sardegna e confermata all’Ansa dai dirigenti della Assl di Lanusei, dove la donna è ricoverata.

Paola Piras sta facendo passi importanti verso la guarigione ma non è ancora fuori pericolo: respira autonomamente e ha ripreso ad alimentarsi, ma dal suo letto d’ospedale cerca il figlio Mirko. Per il momento non conosce ancora l’epilogo dell’aggressione e i medici dell’ospedale Santa Maria della Mercede temono che la notizia possa aggravare le sue già delicate condizioni di salute. È probabile che alla donna venga raccontata la terribile verità tra qualche giorno, quando le sue condizioni miglioreranno: per farlo l’ospedale Santa Maria della Mercede ha già schierato un’equipe di psicologi. Il coma era stato indotto farmacologicamente dai medici rianimatori, per preservare il suo corpo martoriato dalla violenza dell’ex compagno che ha sferrato fendenti in quasi tutti i suoi organi vitali. Venerdì scorso l’Istituto Ianas, la scuola alberghiera frequentata da Mirko – che quest’anno avrebbe dovuto conseguire la maturità – ha consegnato il diploma alla zia Stefania e al fratello Lorenzo. La notizia del risveglio di Paola era molto attesa dalla comunità tortoliese che ora spera che la donna possa superare il tragico momento: la scoperta della morte di suo figlio che ha perso la vita per cercare di salvarla.

“La signora Paola è uscita dal coma. Ora è stata estubata e respira autonomamente ma non è fuori pericolo, la sua situazione è ancora critica”. Così il direttore del presidio ospedaliero Nostra Signora della Mercede di Lanusei, Luigi Ferrai: “I medici del reparto di Rianimazione, diretti dal primario Francesco Loddo, la stanno curando nel migliore dei modi – assicura il direttore del presidio, Ferrai – dalla collaborazione tra l’equipe dei medici e quella degli psicologi, si deciderà quando e come comunicarle l’epilogo della drammatica aggressione del suo ex compagno”.

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