‘Gente di Sardegna 2013’ premia Pinuccio Sciola

Dopo due anni l’Associazione culturale Su Palatu Fotografia, animata da Salvatore Ligios, torna ad esporre a Villanova Monteleone. Stavolta fuori dalla consueta sede (Su Palattu) che ha dato lustro al paese fuori dall’isola ed è stata anche oggetto di tante polemiche. Lo fa con una mostra installata all’aperto, nelle vie del centro storico. Un suggestivo percorso visivo ed artistico che sarà visibile dal 16 al 31 agosto.

La mostra, del fotografo Aurelio Candido, fa da cornice al convegno “Crastos. Arte, emozioni, identità nella Sardegna contemporanea” che si terrà il 16 agosto alle 18,30 nel salone parrocchiale. In quella occasione verrà assegnato il Premio regionale “Gente di Sardegna 2013” all’artista Pinuccio Sciola.

Organizzato dall’Associazione San Leonardo “Gente di Sardegna” è una manifestazione regionale arrivata alla XIII edizione, che mette insieme aspetti tradizionali, attività culturali, intrattenimento musicale e degustazioni. Negli anni precedenti ha premiato l’organettista Barore Lai (2010), l’antropologo Bachisio Bandinu (2011) e la cantante folk Anna Maria Puggioni (2012).

Il protagonista di questa edizione è Pinuccio Sciola, fotografato da Aurelio Candido, amico e, come scrive Salvatore Ligios, fotografo a sua insaputa. La precisazione di Ligios è sottile: «fotografo, per le normative camerali, è quello che della fotografia ne fa una professione, cioè ne ricava un reddito e da quello ci vive. Pertanto se uno fa i complimenti per gli scatti che realizza, lui si schernisce e puntualizza di essere un grafico».

«In un mondo — prosegue Ligios — dove il flusso di immagini è ininterrotto, continuo e lo sbalordimento, la meraviglia dei nostri avi per l’invenzione fatale ha lasciato il posto al più facile consumismo dei videofonini diventa discriminante la capacità di sfruttare il linguaggio legato al mezzo. Più forte è la personalità dell’autore maggiore l’efficacia della fotografia di mostrare oltre la notizia presente in superficie».

Candido, grazie anche alla lunga frequentazione con l’artista di San Sperate, installa una mostra dove segno, colore, inquadratura esplorano con rigore e capacità di sintesi le sfaccettature di un personaggio che ha saputo unire una forza creativa primordiale con quella leggerezza mistica e visionaria che traspare quando parla e suona con le sue pietre.

Enrico Pinna

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