D-dieci D-undici, quando la vita ti fa lo sgambetto

Non ce l’ha fatta Luca Savio, 37 anni e un contratto di lavoro precario, morto  pochi giorni fa schiacciato da un blocco di marmo in una cava di Carrara. Uno dei tanti, troppi, morti sul lavoro in Italia. È stato più “fortunato” Giammarco Mereuanche che, in un incidente analogo è rimasto paraplegico. Lui potrà raccontare di come la differenza fra vivere o morire sia una questioni di attimi e di centimetri. Potrà raccontare di come cambia la tua vita quando non puoi camminare.

Nel 2017, in Italia, sono state presentate all’INAIL 635.433 denunce di infortuni sul lavoro. Gli infortuni con esito mortale sono stati 1.029, ma, se si considerano i morti sul lavoro di categorie con assicurazioni diverse dall’INAIL, che non appaiono mai nelle statistiche, i numeri sono destinati ad aumentare. Giammarco è un operaio di una ditta specializzata nella realizzazione di tetrapodi per il porto. Una sera di novembre del 2006, mentre lavora in cantiere, rimane schiacciato sotto il peso di un cancello di 600 chili. La frattura di due vertebre, la D10 e D11, gli toglie per sempre la possibilità di camminare. Ha 37 anni, è un appassionato calciatore, ha una bella famiglia: Sabrina, la moglie, e due figli, Mirko di 7 anni e Mara di 1 anno. Il corpo che prima appariva sfrontato nella sua giovinezza e potenza è ormai cambiato, dolente, irriconoscibile, incapace di tutto o quasi…Giammarco è arrivato in un mondo parallelo dove si può definitivamente soccombere o rinascere. Lui ha scelto di rinascere.

La storia diGiammarco Mereuè il nuovo racconto fotografico di Pietro Basoccu, medico pediatra e fotografo mai banale, attento ai temi sociali e alle vicende umane che fanno riflettere. La sua mostra fotografica “D-dieci D-undici, storia di Giammarco“, curata da Salvatore Ligiossarà visitabile presso la “Libreria del Corso”,in Corso Umberto 44, a Tortolìsino al 2 settembre 2018. Nel catalogo di accompagnamento, edito da Soter, sono presenti testi e poesie di Giammarco Mereue la prefazione di Alex Zanardi, uno che non si è mai fermato di fronte alle difficoltà.

“Gianmarco -scrive Alex Zanardi-è un uomo come tanti, cui la vita un giorno ha fatto lo sgambetto. Non ha disputato le Olimpiadi, non fa fatto l’Ironman o corse automobilistiche, ma mette nella sua vita quotidiana la stessa determinazione, lo stesso impegno, per riempirla di tentativi. Mi ha chiesto di aprire il suo libro con queste poche righe e l’ho fatto con piacere. Perché, anche se non lo conosco come vorrei, sono persone come lui che mi hanno trasmesso voglia e fiducia per continuare a provarci. Rendendo possibile, con il loro esempio, il riempire la mia vita di tutte le cose meravigliose che oggi la colorano. Gianmarco è un uomo che ha deciso di vivere, è un uomo che ha cose importanti da raccontare. E la più potente delle ragioni è che ha deciso di farlo”.

Il racconto fotografico di Pietro Basoccuè un bianco e nero che nulla concede all’estetica, duro e diretto come un pugno nello stomaco, un diario quotidiano di gesti e di dolenti rituali che hanno cambiato i ritmi esistenziali di un uomo forte e attivo piegandoli a una disabilità che si è presa la sua vita lasciandogli il compito di resistere, di trovare quel “ruggito interiore “ che, aiutato dagli affetti familiari, gli dà la forza di non arrendersi.

“Sono diventato ciò che i miei limiti mi hanno permesso. Cerco disperatamente di sbagliare il meno possibile. I miei confini sono saltati, la recinzione del mio territorio divelta, è caduto il cancello che divideva il mio mondo”.

Enrico Pinna

 

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