La Buona Scuola, scrive un’insegnante: “Studenti offerti al Dio Clientelismo”

Giorgia Perra, insegnante, ha scritto una lettera a Umberto Galimberti, filosofo e docente universitario che cura una rubrica sul settimanale D di Repubblica, a proposito della riforma della scuola. La lettera è stata pubblicata sul numero scorso del settimanale. 

Pubblichiamo anche qui il testo di Giorgia Perra. 

Professor Galimberti, mi permetto di scriverle perché questi giorni, in cui rischio un travaso di bile per ogni articolo del ddl scuola, approvato dal nostro emerito parlamento, pensavo al silenzio che sento intorno alla questione, non solo da parte dell’informazione e dell’opinione pubblica in generale, ma anche da parte degli intellettuali. Il primo intellettuale a cui ho pensato è lei.

Ho letto tanti suoi libri e passato interi pomeriggi a preparare le lezioni guardando anche i suoi video, per raccontare con pathos ai ragazzi, durante le mie lezioni in una scuola privata che mi pagava 9 euro all’ora, delle cose dell’amore ai tempi di Platone, del paradosso della Tecnica, cercando di insegnare loro a cogliere sempre le due facce di una stessa medaglia in ogni evento, accadimento presente o passato.

Sapevo che gli alunni di una scuola privata in qualche modo si stessero comprando il diploma, ma pensavo che avessero una sola occasione probabilmente nella vita di sentire chi fosse Socrate o Platone o Kant, allora volevo offrire loro una lezione magistrale, di quelle che riescono a tenerti sospeso; non so come dire, un tempo quasi metafisico in cui ci si sente appunto sospesi, dentro una bolla. Esistono queste lezioni, le ho provate sia da studentessa che da prof. Ho pensato a lei perché spesso si definisce “greco” e mi piace questo recuperare il coraggio di star in piedi da se, con idee che stiano in piedi da se, che si reggano con le proprie gambe, che superino la prova delle nocche dell’artigiano che testano il vaso di terracotta.

Il velo di maya e’alquanto inconsistente e sottile da non riuscire a nascondere la grossolanità con cui questo governo sta capovolgendo il senso delle cose. In un’Italia corrotta in cui regna il malaffare e l’abuso, il ricatto, il prevaricare i diritti altrui, come si può offrire la scuola, unico settore ancora retto da regole, come agnello sacrificale al Dio Clientelismo? Quali sentimenti animino le persone che solo hanno potuto pensare che questo fosse il modo di ripensare il sistema scolastico, mi disgusta. Del mio disgusto non importa a nessuno, del suo forse si. Le chiedo di prender posizione su questa riforma della scuola, di far sentire la sua voce in questa Babele in cui tutti possono dire la propria. I “reggitori della città” argomentano per spiegare la bontà dei loro provvedimento con una dialettica alogica, in cui non esiste principio di identità ne’ di non contraddizione. Per questo le chiedo di far sentire la voce di chi pensa, di chi ragiona, di chi è animato da uno spirito greco. Precarizzazione a vita di tutto il corpo docente, scelto non più in base a criteri oggettivi di merito ma in base alla scelta arbitraria del dirigente scolastico, il quale deciderà e disporrà di tutto il materiale a sua disposizione, ovviamente soprattutto del materiale umano. Sono indignata, che il mio governo si prefiguri un mondo così, ed è evidente che questa non sia una visione del mondo innocente, portata avanti con onestà intellettuale, ma compromessa con un intollerabile secondo fine. Il nichilismo avrebbe davvero occupato completamente le eleganti stanze di casa nostra, se le persone che ancora sanno discernere e scegliere consapevolmente da che parte stare, non osano farlo.
Saluti, Giorgia Perra

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