Fase 2. L’ordinanza 20 della Regione. Caput: “Provvedimento interessante”

Continua a far discutere l’ordinanza numero 20 emessa dal presidente della Regione, Christian Solinas, sabato 2 maggio. Il capo della Giunta sarda ha anticipato le ripartenze previste a livello nazionale, affidando ai sindaci il compito di decidere le riaperture. Le fasce tricolori, però, hanno rispedito al mittente questa competenza e aperto il confronto con i prefetti. Facebook, specie in tempo di quarantena, si è rivelato un formidabile strumento di confronto a confronto a distanza. Dopo la posizione espressa da Gian Giacomo Pisotti, magistrato in pensione ed ex presidente della Sezione civile del Tribunale di Cagliari, Sardinia Post ha raccolto altri due autorevoli pareri. Uno di Francesco Caput, dell’Avvocatura dello Stato; l’altro di Antonio Dessì, giurista, caposervizio del Personale in Consiglio regionale. Ecco l’intervento di Caput.

La recentissima ordinanza del presidente della Regione Sardegna, appena adottata, mi sembra davvero interessante da esaminare sotto il profilo giuridico. Non voglio entrare nel merito delle decisioni assunte, perché non ho le competenze scientifiche e sanitarie per valutare se il contenuto del provvedimento sia o meno condivisibile. Ciò che merita di essere sottolineato, invece, e’ il fatto che finalmente il Presidente richiama nelle premesse della sua ordinanza nozioni e concetti di natura giuridica che giustificano l’adozione di una regolamentazione differente in sede regionale, rispetto alla disciplina nazionale dettata con il Dpcm del 26 aprile 2020.

Solo a titolo esemplificativo si può citare la distinzione operata fra le cerimonie religiose e le funzioni religiose, intendendosi ricompresi nella prima categoria il matrimonio, il battesimo, la prima comunione, il funerale; mentre la messa rientrerebbe nel concetto di funzione eucaristica e dunque il suo regime può’ essere differenziato rispetto alle altre cerimonie religiose. Non solo, ma nella medesima premessa si ritrova un forte richiamo – secondo quanto da noi e da molti giuristi ripetutamente sostenuto – alla necessità di limitare tassativamente tutte le misure restrittive dei diritti costituzionalmente garantiti, dovendosi pertanto accogliere sempre una interpretazione costituzionalmente orientata delle disposizioni che comprimono o vietano l’esercizio di quei diritti.

Ne deriva, secondo la premessa in esame, che laddove la disposizione del Dpcm sospende la celebrazione delle cerimonie religiose, la stessa sospensione non può colpire anche la celebrazione della funzione eucaristica (cioè della messa), stante la necessità di interpretare restrittivamente il divieto introdotto dal decreto governativo.
Altro punto della premessa che ritengo assolutamente condivisibile è quello che finalmente si richiama alle “potestà primarie attribuite alla competenza regionale dalla legge costituzionale 26 febbraio 1948, numero 3, ed in particolare dall’articolo. 3”. Dico finalmente perché a mio avviso era davvero giunto il momento di rivendicare la specificità statutaria della Regione Autonoma della Sardegna, che appunto consente alla Regione l’esercizio di una potestà legislativa primaria in determinate materie, con il solo limite delle norme costituzionali e dei principi generali dell’ordinamento giuridico. Non si tratta di una rivendicazione solo formale, giacché rientra fra le competenze primarie della Regione Sardegna proprio quella di “valutare e ponderare gli interventi necessari per la tutela della salute pubblica”.

In questa nuova prospettiva, prosegue la premessa dell’ordinanza in esame, e’ necessario contemperare l’esigenza delle misure di contenimento della diffusione epidemiologica con le “ragioni di riespansione progressiva delle altre libertà costituzionali di pari rango temporaneamente compresse…”. In una situazione come quella che stiamo vivendo, in cui ciascun soggetto istituzionale non ha mai sentito il dovere o avvertito la necessità di confrontarsi con i precetti costituzionali, leggere simili affermazioni in un provvedimento del nostro Presidente ci conforta non poco e ci offre una carica di nuovo ottimismo sul prossimo ripristino della piena legalità’ democratica.

Francesco Caput

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