Covid-19, il magistrato boccia Solinas: “L’ordinanza è illegittima, vìola il Dpcm”

“Ritengo che l’ordinanza numero 20 del presidente della Regione Sardegna sia illegittima nelle parti in cui si pone contrasto con l’ultimo Dpcm”. Lo scrive, in un post su Facebook, Gian Giacomo Pisotti, ex presidente della Sezione civile ne  Tribunale di Cagliari. Il magistrato in pensione è ormai entrato a pieno titolo nel dibattito sugli atti d’urgenza che Governo e Giunta stanno emanando da quando è scattata la quarantena obbligatoria per tutti, l’8 marzo scorso. Un isolamento domiciliare forzato che si attenuerà da domani al primo giugno, secondo un cronoprogramma che il premier Giuseppe Conte ha illustrato il 26 aprile e contro il quale Christian Solinas si è schierato, seguendo il diktat imposto dalla Lega di Matteo Salvini.

Solinas ha illustrato (e firmato) la nuova ordinanza sarda ieri sera (qui il documento completo). Il dispositivo anticipa all’11 maggio l’apertura di centri estetici, saloni di parrucchieria, profumerie e negozi di abbigliamento e scarpe. Tutte attività riconducibili ai servizi alla persona e per i quali Conte ha previsto la ripartenza tra il 18 maggio e il primo giugno. Solinas,invece, ha optato per la deroga al decreto Conte, rigirando comunque ai sindaci il potere di decidere aperture e chiusure. Le fasce tricolori hanno rispedito al mittente questa ‘concessione’ del governatore, ma il punto su cui Pisotti si sofferma è un altro. Riguarda non gli equilibri politici, ma la non legittimità dell’ordinanza sarda.

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L’ex presidente della Sezione civile spiega infatti che Solinas, per motivare la propria deroga nel tentativo di non violare la legge, ha fatto “un richiamo forte alle potestà primarie attribuite alla competenza regionale”. In particolare l’articolo 3 dello Statuto sardo. Ma per Pisotti si tratta di una scelta “erronea, e sarebbe comunque irrilevante”. Continua il post del magistrato in pensione: “È erroneo perché la materia della sanità pubblica è prevista non dall’articolo 3 ma dall’articolo 4, ed è quindi oggetto non di competenza esclusiva, ma concorrente, nell’ambito delle leggi quadro nazionali. Quel richiamo allo Statuto sarebbe comunque irrilevante perché il presidente può esercitare un potere di ordinanza soltanto per dare attuazione a norme di legge regionali, che per il problema del Covid-19 non sono state emanate”.

Insomma, per l’ex capo della Sezione civile nel Tribunale di Cagliari “il presidente della nostra Regione, non legittimato nella specie dallo Statuto ad esercitare poteri esclusivi, deve quindi rispettare i limiti di cui all’articolo 3, 1º comma, del decreto-legge numero 19/2020”. Ovvero l’ultimo Dpcm firmato da Conte che, “come sappiamo, attribuisce ai presidenti delle Regioni un potere anticipatorio, limitato nel tempo, fino all’emanazione dei Dpcm, in caso di aggravamento locale della situazione sanitaria”. I governatori, in buona sostanza, possono solo adottare misure più restrittive qualora lo richiedano condizioni di sopraggiunto pericolo circa la diffusione del virus.

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Diversamente “neppure l’articolo 32 della legge 833/1978 (Istituzione del Servizio sanitario nazionale, ndr), richiamato nell’ordinanza, attribuisce al presidente della Sardegna un potere di emanare ordinanze ‘contingibili e urgenti'”, un potere che, scrive ancora Pisotti, non può essere dunque considerato “prevalente rispetto a quello degli organi statali, i quali nel caso in questione lo stanno già esercitando, come è previsto dall’articolo 32 per le situazioni riguardanti l’intero territorio nazionale. Il potere regionale – chiarisce ancora Pisotti – sussiste, con tutta evidenza, quando il problema è locale, o è territorialmente più ampio, ma mancano interventi del governo nazionale”.

Insomma, chi ha aiutato Solinas a scrivere l’ordinanza firmata ieri e con la quale vengono derogate le disposizioni dell’ultimo Dpcm Conte, ha cannato la strategia. Il capo della Giunta sarda l’ordinanza la deve ritirare. A meno che non voglia, come paventato dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, incorrere in una impugnazione.

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L’ultimo passaggio di Pisotti è invece una bacchettata al Governo Conte sulla decretazione d’urgenza. “Quanto esposto fin qui – conclude il magistrato in pensione – non tocca i differenti problemi di diritto costituzionale, certamente gravi, relativi alle attuali scelte statali degli strumenti normativi per la gestione dell’emergenza sanitaria. Ma quei problemi – è di nuovo il riferimento alla questione sarda – non possono essere risolti dagli organi locali attraverso l’utilizzazione dei propri strumenti in funzione alternativa e di contrasto”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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