Morire di malattia, Isde: “Servitù e petrolchimico sono il peccato originale sardo”

“Per la complessità delle attività inquinanti presenti in tutta l’Isola, si
citano come ‘peccato originale’ le servitù militari e il petrolchimico“. È questo un altro passaggio della relazione allegata allo studio sulla mortalità in Sardegna per cause legate a tumori e altre patologie. La ricerca è targata Isde, l’associazione dei medici per l’ambiente che ieri a Cagliari ha convocato giornali e tv per spiegare il contenuto dello studio. C’erano il presidente regionale, Domenico Scano, e la parigrado nella sezione del capoluogo, Claudia Zuncheddu. In videoconferenza due dei quattro ricercatori che hanno messo sotto la lente i dati sardi, Antonello Russo e Cristina Mangia.

Sardinia Post, presente all’iniziativa, ha riportato ieri la lista dei dieci Comuni dove la mortalità per malattia è più alta: si tratta di quattro centri sopra i 10mila abitanti e sei sotto quella soglia di popolazione. I quattro sono Sorso, Villacidro, Iglesias e Sassari; l’elenco da sei lo compongono Onanì, Torralba, Orotelli, Torpè, Maracalagonis e Oliena. Oggi, invece, l’esame si sposta nelle due aree industriali dell’Isola, chiamate Sin, sito di interesse nazionale: parliamo di Porto Torres e del Sulcis-Guspinese.

Nel nord-ovest della Sardegna, “si osserva, sia nei maschi che nelle femmine, un eccesso di mortalità generale, per malattie del sistema respiratorio e del sistema nervoso (Alzheimer soprattutto)”. C’è poi il lato oscuro delle cosiddette “cause mal definite”, ovvero l’incapacità della sanità di diagnostica correttamente una patologie. Vuol dire che un paziente fa in tempo a morire senza che i medici abbiano capito cosa abbia.

L’indagine di Isde sul Sin di Porto Torres annovera anche il triste capitolo dei tumori: anche in questo caso “è stato registrato un eccesso di mortalità”. Le più colpite risultano essere le donne, a trachea-bronchi-polmoni, ma anche al pancreas.

È un bollettino da guerra pure la fotografia epidemiologica nel Sulcis e nel Guspinese. “Si rilevano – è scritto nello studio – eccessi di mortalità in entrambi i generi per malattie del sistema respiratorio e per disturbi psichici e comportamentali (demenza soprattutto).

Come da Scanu e Zuncheddu, lo studio ha analizzato la distribuzione e la frequenza delle malattie sia a livello regionale che locale. Per ricostruire una eventuale correlazione tra fonti di inquinamento ed eccesso di mortalità servirà un ulteriore approfondimento. Resta il fatto che in Sardegna la situazione resta drammatica e l’Isola deve diventare un sorvegliato speciale.

Il dato regionale complessivo restituisce questo quadro: il numero di uomini che da Cagliari a Sassari muore per una qualche patologia “è in linea con i decessi che si registrano a livello nazionale”. C’è invece “un difetto di mortalità per le donne” che in numero maggiore si ammalano e dalla stessa patologia vengono sopraffatte in maniera eccessiva rispetto alla tendenza registrata nel resto d’Italia.

Nel dettaglio della divisione per genere e malattia, i maschi hanno in percentuale maggiore tumori all’apparato digerente; nelle donne si riscontrano patologie al sistema nervoso. I disturbi pschici accomunano gli uni e le altre, al pari dei tumori al colon retto e al pancreas. Negli uomini anche il cancro alla prostata è diffuso, così come quello al fegato. Idem leucemia e forme di tumori a labbra, cavità orali e faringe, così come laringe ed esofago. Il cancro al seno è invece il grande male delle donne in Sardegna: al frequenza è considerata eccessiva dai medici dell’Isde.

Il presidente Scanu ha concluso così: “Non potendosi ipotizzare effetti causali mediante studi di epidemiologia descrittiva, si auspica che l’analisi possa far scaturire ulteriori approfondimenti epidemiologici e guidare le scelte di sanità pubblica nel dimensionamento dell’offerta dei servizi e nelle misure di prevenzione”. (al. car.)

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