Santo Stefano, quattro deputati sardi nel bunker Nato delle armi

È iniziata nella tarda mattinata l’ispezione dei parlamentari sardi all’Isola di Santo Stefano, all’interno dei tunnel di Guardia del Moro, la base militare costruita nel 1972 e ora utilizzata dalla Nato come deposito di armi. Dalla struttura sarebbero partiti in questi giorni i carichi bellici per i curdi. All’ispezione stanno partecipando i deputati Giampiero Scanu (Pd), Michele Piras (Sel), Manuela Corda (M5S) e Mauro Pili (Unidos) che al porto di Palau sono saliti su una lancia della Marina Militari che li ha portati a Santo Stefano. Li dovrebbe ricevere il Capo di Stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, che dovrebbe accompagnare il gruppo sull’isoletta che era la base dei sommergibili a propulsione nucleare della Us Navy. I quattro parlamentari fanno parte IV Commissione della Difesa.

Nel deposito di Santo Stefano, la cui gestione è affidata alla Marina militare italiana, era entrata a metà agosto il ministro Roberta Pinotti con l’obiettivo di verificare lo stato delle armi e delle munizioni custodite nella struttura dove è stato portato anche il materiale bellico sequestrato nel 1994 nel canale d’Otranto, sul cargo Jadran Express, partito dall’Ucraina e organizzato da una banda di trafficanti internazionali che aveva a capo l’oligarca russo Alexander Zuchov: c’erano 200 container con fucili AK47, missili teleguidati, razzi terra-terra, lanciarazzi, razzi anti-carro, munizionamenti destinati all’allora guerra nei Balcani. Proprio da Guardia del Moro potrebbero esser partite in questi giorni le armi che il Governo italiano sta inviando in Iraq per sostenere le autorità curde che cercano di frenare l’avanzata degli integralisti islamici dell’Isis. “Guardia del Moro si conferma crocevia segreto dove le armi partono senza che nessuno sappia niente”, ha scritto ieri sera il deputato Mauro Pili in un post su social network: “Questo traffico d’armi, nascosto e secretato, finirà in Parlamento”, ha aggiunto Pili.

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