La giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, ha stanziato ieri 30 i milioni di euro per il sostegno economico a famiglie e persone in condizione di disagio. In particolare verranno trasferiti 24,4 milioni di euro ai Comuni per progetti personalizzati di aiuto per le famiglie e le persone che vivono condizione di povertà per lungo tempo, con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro e la necessità di interventi socio-sanitari; contributi economici per l’abbattimento dei costi di servizi essenziali (bollette) e per l’impegno a prestare servizi di pubblica utilità. Tre milioni serviranno per il sostegno ai nuclei familiari con quattro o più figli a carico e con un reddito insufficiente; due milioni per progetti specifici a favore di persone senza dimora; 600 mila euro verranno destinati alla Caritas come contributo straordinario per le attività di assistenza e di sostegno alle persone povere e disagiate. Infine 400 mila euro andranno ai Comuni per far fronte alle anticipazioni erogate per il rimborso delle spese di viaggio del lavoratore emigrato.
“Negli ultimi due anni – afferma l’assessore Arru – l’incidenza della povertà relativa, rilevata dall’Istat attraverso l’indagine sulle spese delle famiglie, si è stabilizzata: in Sardegna è pari al 15% dei nuclei (10,3% a livello nazionale), attenuando un trend di crescita. Negli anni 2011 e 2012 l’incidenza della povertà relativa era pari al 21% delle famiglie (nazionale 11,1% nel 2011; 12,7% nel 2012).
“Il programma regionale di contrasto delle povertà – ha detto Arru – si è dimostrato efficace nel supporto economico delle famiglie in condizione di povertà e nella promozione di percorsi di responsabilizzazione. A quasi dieci anni dal suo avvio il programma presenta alcune criticità in relazione ai criteri di ripartizione delle risorse fra i Comuni, alla esigenza di differenziare il contributo rispetto alle condizioni economiche del beneficiario accertate con l’Isee, alla soglia di accesso ai benefici previsti e all’emergere di nuove condizioni di disagio e di rischio povertà e ai servizi a favore dei senza dimora”.