Pd, sono ricandidabili gli onorevoli indagati per i fondi ai gruppi consiliari

Il nodo è sciolto, gli indagati per peculato possono presentarsi alle urne. La Direzione regionale del Pd ha scelto la “linea garantista” sulle liste, facendo proprio il Codice etico nazionale. Tutto scritto all’articolo 5 che, tra “le condizioni ostative alla candidatura”, contempla il peculato solo in caso di condanna (anche in primo grado). Idem per l’abuso d’ufficio, altro reato contro la pubblica amministrazione. L’avviso di garanzia, invece, non è un limite per alcun tipo di delitto, mentre il rinvio a giudizio o l’arresto impongono l’esclusione dalle liste quando l’accusa è per mafia, criminalità organizzata, omicidio e pedofilia. La decisione di affidarsi al Codice etico nazionale è stata presa nella riunione del 30 dicembre, mentre ancora era in corso il confronto sul caso Barracciu.

E se dunque l’eurodeputata si è vista costretta al passo indietro per l’indagine sui fondi ai gruppi, nel Pd non dovranno fare lo stesso i consiglieri uscenti sotto inchiesta. A questo punto al partito manca solo un ultimo passaggio: sabato 11 gennaio (e non più il 10), con una nuova convocazione della Direzione, dovranno essere ratificate le liste che andranno depositate in Corte d’Appello a partire dalle 8 del 12 gennaio, e fino alle 20 del 13.

La “linea garantista”, approvata all’unanimità, non solo blinda le candidature di Marco Espa, Gianfranco Ganau e Valter Piscedda, ma rende più probabili anche quelle di Franco Sabatini e Gavino Manca. Espa, onorevole uscente, è accusato di peculato nell’inchiesta sui fondi. Ganau, sindaco di Sassari, ha sia un rinvio a giudizio per un presunto abuso d’ufficio relativo all’assunzione di due dirigenti, sia un’indagine aperta, con la stessa ipotesi di reato, per l’approvazione del Puc (Piano urbanistico comunale). Piscedda, primo cittadino a Elmas, deve rispondere di concorso in abuso d’ufficio, una vicenda giudiziaria legata a una convenzione tra il Comune e il Cagliari calcio per realizzare uno stadio vicino all’aeroporto.

Sabatini e Manca, onorevoli uscenti, restano invece in bilico per via del limite del doppio mandato. Per potersi ripresentare alle urne, devono prima ottenere dal Pd una deroga che verrà messa ai voti (a scrutinio segreto) nella Direzione dell’11 gennaio.

Ma un permesso straordinario per la ricandidatura serve pure a Gianvalerio Sanna, che è uno dei dieci uscenti a non aver ricevuto avvisi di garanzia, ma anche lui è alla seconda legislatura consecutiva. Peraltro: Sabatini e Manca hanno già ottenuto l’ok dalle rispettive segreterie provinciali, quelle dell’Ogliastra e di Sassari, mentre nella federazione di Oristano ci sarebbe qualche problema per il terzo mandato di Sanna.

Alessandra Carta

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