Don’t cry for Ugo, Argentina

Che ci fa il presidente della Regione Ugo Cappellacci in Brasile e Argentina? Mistero. O forse no.

Che ci fa il presidente della Regione Ugo Cappellacci in Sudamerica? E che ci fanno, insieme a lui, l’assessore al Lavoro Mariano Contu, il consigliere regionale del Riformatori Franco Meloni, il direttore generale della Presidenza Gabriella Massidda e il consulente del governatore Franco Manca?

La nutrita delegazione è partita da Cagliari il 7 luglio scorso e secondo fonti attendibili si tratterrà dall’altra parte del mondo per circa una settimana. Tappe della missione: Brasile e Argentina. Obiettivo: sconosciuto. Almeno ufficialmente. Quindi, allo stato, qualunque ipotesi è consentita: dalla lezione di tango a un educational tour sulla presunta sardità di Juan Peron. Ma purtroppo c’è poco da ridere.

Perché di questa vicenda, l’aspetto che salta agli occhi è principalmente uno: tutto è stato organizzato in gran segreto. E non che la Regione manchi di un ufficio stampa. Più semplicemente, la linea della presidenza è stata chiara: nessuna pubblicità. Un atteggiamento che può anche essere considerato ‘nobile’, ad esempio quando si fa un’opera di beneficenza. Ma con i propri soldi. Sta di fatto che in questo caso pare non si tratti di beneficenza: tutt’al più, come si vedrà, si può forse parlare di un’opera pia. Di certo nemmeno un rigo di comunicato stampa è arrivato nelle redazioni, pur essendo presidenza e assessorati sempre prodighi di notizie.

E perché mai i contribuenti non dovrebbero conoscere il perché e il per come il presidente Cappellacci e i quattro  accompagnatori se ne vanno una settimana in Brasile e Argentina, visto che sono proprio i contribuenti a pagare i sette giorni sudamericani?

Come detto, ai piani alti della Regione nessuno sa niente. Tocca allora rivolgersi ai ‘soliti beninformati’ e tentare di ricostruire la vicenda sottotraccia. Secondo fonti attendibili, la trasferta è legata a diversi appuntamenti istituzionali. Il primo: consegnare una statua della Madonna di Bonaria ai rappresentanti di una importante istituzione di Buenos Aires, pare la Polizia municipale. Il legame tra la Sardegna e la capitale argentina è noto, posto che venne (ri)fondata nel 1580 dal navigatore ed esploratore  Juan de Garay e deve il suo nome alla devozione dei marinai sardi dell’equipaggio verso la Madonna del Buen Aire, ovvero la Madonna di Bonaria già venerata a Cagliari. Vicenda sufficiente a giustificare sette giorni di permanenza in terra sudamericana? Forse no.

Ecco allora che l’assessore al Lavoro Mariano Contu coglierà l’occasione per incontrare i rappresentanti dei circoli degli emigrati sardi in Argentina e Brasile e in agenda pare vi sia pure una serie di incontri con non meglio specificate “realtà produttive”.

Ignoto il ruolo degli altri tre accompagnatori.

Quanto costerà ai cittadini questa trasferta e quanti benefici porterà alla Sardegna? Per quanto riguarda il viaggio aereo, secondo una stima di massima si arriva a circa 17mila euro. Ammesso che si parli di biglietti in classe economica. Impossibile conoscere l’entità delle spese effettuate in terra sudamericana. E, soprattutto, impossibile conoscere i benefici. Di certo però, da domani i devoti agenti della Polizia municipale di Buenos Aires saranno un po’ più felici. I sardi forse un po’ meno.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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