Asl sprecone e da commissariare, alta tensione tra Pd e alleati

C’è maretta, nel centrosinistra, sulle Asl da commissariare: i piccoli partiti chiedono al Pd di poter scegliere il 50 per cento dei posti.

C’è maretta, nella maggioranza di centrosinistra, sulle Asl sprecone e quindi da commissariare. Tutti lo pensano, ma il concetto non sembra unire la coalizione. Tanto che per ora i direttori generali nominati dal centrodestra restano al loro posto. Tuttavia, nel vertice di questa mattina sulla sanità, si è consumato uno strappo tra il Pd e gli altri partiti della maggioranza. Tutto ruota intorno alla proposta di riforma protocollata giovedì scorso da Pietro Cocco (Pd) e sottoscritta da tutti i capigruppo dello schieramento. Oggi però gli alleati del Pd hanno messo un paletto: ok al riordino, ma a patto che i commissariamenti vengano decisi al 50 per cento dalle forze minori del centrosinistra. Cioè Sel, RossoMori, Partito dei Sardi, Centro Democratico, Sinistra unita, Upc, Psi, La Base e iRs. E qui si sono arenati i lavori.

Lo scontro sulle Asl nasce ufficialmente l’11 luglio scorso, quando Cocco deposita la sua proposta di legge. Ci ha lavorato anche il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, consultato in qualità di medico. E infatti la prima novità della riforma targata Pd è l’istituzione dell’Azienda regionale di emergenza e urgenza. Ganau, prima di dedicarsi alla politica abbracciata facendo il sindaco di Sassari, coordinava il 118 del Nord Sardegna.

Fatto sta che la settimana scorsa, in maggioranza sembravano tutti d’accordo. E anzi: quasi serpeggiava un certo fastidio contro la giunta di Francesco Pigliaru che, passati quattro mesi dall’insediamento, ancora non aveva messo mano alle Asl gestite dal centrodestra. Eppure, si ripete nel centrosinistra, la stessa Corte dei Conti ha certificato un eccesso di spesa.

Oggi lo strappo: i piccoli partiti, che da settimane stanno facendo fronte unico sottoscrivendo senza il Pd tutta una serie di proposte di legge, hanno di nuovo unito le forze. Sulla riforma di Cocco hanno chiesto un accordo politico per stabilire i criteri dei commissariamenti. Non solo: il riordino del Pd, diviso in 7 articoli, è stato presentato l’11 luglio in modo che possa arrivare in Aula prima delle vacanze estive, precisamente il 7 agosto, secondo il calendario dei lavori che si sta dando la maggioranza. Ma a questo punto non è detto che la data venga rispettata.

Nella fila democratiche, è ancora una voce di palazzo, non hanno gradito l’assenza di Pigliaru dal vertice odierno. Nel Pd si ipotizza addirittura che il presidente stia facendo asse con i piccoli partiti.

La tensione non è cosa da poco: la sanità è la più grande economia della Sardegna, certamente vale una fetta cospicua del bilancio regionale (oltre il 50 per cento). Per questo tutti vogliono contare, e nessuno è disposto a passi indietro. Nel Partito democratico sostengono che i criteri per selezionare gli 11 futuri commissari non devono essere politici, ma basati su curricula e competenze. Lo stesso metodo viene proposto dagli alleati del Pd. Ma malgrado questa unità di intenti, i piccoli della coalizione non capiscono perché il primo partito della maggioranza non voglia accettare di far scegliere a loro il 50 per cento delle caselle da riempire.

Al 7 agosto mancano poco più di tre settimane. Chissà se il centrosinistra andrà in ferie sotto il segno della guerra. O alla fine, come è sempre successo finora, si troverà una linea capace di mettere tutti d’accordo.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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