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L’ANALISI. Meridiana, cinque anni di errori. E il sindacalista Veneziani ora rischia l’esclusione dalle trattative

Il lutto al braccio è stato il gesto eclatante di una battaglia per il lavoro che, davvero, negli ultimi mesi ha segnato vicende funebri. Metaforicamente la bara è stata inchiodata da quei cento coraggiosi dipendenti di Meridiana sulle responsabilità di un’intera classe dirigente che negli ultimi cinque anni (almeno) ha gestito le sorti della compagnia aerea sarda.

Il caso di Marco Veneziani e il silenzio della Uil: il sindacato rischia di essere silurato dal tavolo tecnico

Partiamo dal caso Veneziani. Il segretario nazionale della Uil Trasporti ha avuto da Meridiana biglietti omaggio per un viaggio di piacere alle Mauritius. Il diretto interessato ha scelto il silenzio, senza mai provare nemmeno a smentire la notizia. La compagnia aerea ha fatto di peggio, obliterando il comportamento come “affare privato” dell’azienda.

Questa mattina nell’assemblea in aeroporto, il deputato del Pd e leader olbiese del centrosinistra, Giampiero Scanu, ha usato parole durissime nei confronti di Veneziani e del sindacato di appartenenza: “Chi dovesse sedere al tavolo delle trattative dopo una simile scorrettezza – ha detto Scanu – non può rappresentare più i lavoratori. Veneziani non può essere controparte e trovo vergognoso il suo comportamento e anche quello della Uil: come è possibile che un sindacato taccia su una vicenda tanto grave?” Il sindaco Gianni Giovannelli convocherà un tavolo di crisi con l’azienda e le parti sociali, dopo i primi riscontro su eventuali offerte per il bando sulla continuità territoriale, ma sull’affare Veneziani recita sibillino: “Convocare la Uil al tavolo di crisi? Mi occuperò della questione”.

A Olbia arriva il presidente della Commissione Trasporti della Camera, mentre Cgil, Cisl e Uil disertano l’assemblea dei lavoratori

Veneziani non è il solo protagonista da “Chi l’ha visto?” della vertenza Meridiana. Se lui era alle Mauritius, i sindacati confederali sembrano dispersi. Cgil e Uil (la Cisl ha meno responsabilità avendo meno rappresentanza), soprattutto, hanno assunto posizioni o marginali o decisamente improntate ad aperture di credito totali verso l’azienda. Nell’assemblea di oggi erano assenti ingiustificate, lontane dalla protesta e dalle istanze dei lavoratori. Così nella crisi di Meridiana, azienda da oltre 2 mila dipendenti e seconda compagnia aerea italiana, il ruolo del garante dei diritti, la fascia del sindacalismo vero, duro e puro come si diceva una volta, la indossa Usb. Gli unici sul pezzo, pronti a condannare una politica industriale schizofrenica. Intanto il deputato del Pd, Giampiero Scanu, annuncia la presenza a settembre ad Olbia del presidente della Commissione Trasporti della Camera, Michele Meta, che potrebbe essere uno dei protagonisti proprio al tavolo di crisi che Giovannelli convocherà nei prossimi giorni.

Cappellacci e la continuità territoriale: il flop del Governatore e gli attacchi di Scanu e Giovannelli

Continuità territoriale e continuo travaso di attività da Meridiana ad Air Italy. Il risultato? Sui 1350 dipendenti in cassa integrazione, la grande maggioranza sono lavoratori di base ad Olbia. Le ricadute negative sul territorio (ma anche su Cagliari e dunque sull’intera Isola) sono evidenti. I politici olbiesi si sono ridestati dal torpore. L’unico che naviga verso sponde arabe e non si cura di Meridiana sembra essere Ugo Cappellacci. I lavoratori lo hanno spesso evocato: per i favoritismi a Ryanair, con aiuti di Stato mascherati dalla Regione come promozione turistica che, nei fatti, sostengono, falsano la concorrenza.

Poi c’è il silenzio tombale sulla vicenda Air Italy e la continuità territoriale. Sulla prima il presidente della Regione dimentica che Air Italy ha basi a Gallarate e Napoli: dunque se vola il personale dell’ex vettore di Giuseppe Gentile, si paga solo gli alberghi ma non lascia ricchezza e reddito sul territorio. Sulla seconda Cappellacci, dopo aver flirtato furbescamente con il nuovo ad, Roberto Scaramella, non ha capito che Meridiana chiedeva più soldi per gestire il nuovo bando a tariffa unica. “Sono mesi che denuncio la politica neo centralista dell’amministrazione regionale che concentra gli interessi sul sud della Sardegna” dice Giampiero Scanu. Ma la realtà è diversa: Scaramella vuole più soldi e Cappellacci glieli deve dare senza scontentare le altre parti in gioco. Ma i lavoratori? I passeggeri? I sardi? Interessi collaterali in una visione puramente elettoralistica.

Il ruolo del Principe e l’attacco di Scanu: “Da sempre sceglie male i suoi collaboratori”

Infine quella che un tempo si chiamava la “domanda delle cento pistole”: il principe Karim Aga Khan, tornato ad essere unico proprietario della compagnia dopo il “delisting” di Borsa, davvero non ha contezza della situazione? Può e deve essere lui il vero interlocutore delle istituzioni nella gestione della crisi della sua compagnia aerea. Il deputato Scanu non può essere certo considerato tra i suoi migliori amici, visto che da sindaco aveva bocciato il progetto che prevedeva investimenti edilizi a Razza di Juncu.

“Sembrava facesse a gara nel prendere cantonate nella scelta dei suoi collaboratori – dice Scanu – quando ho parlato con Gentile  in Commissione Trasporti al Senato mi son messo le mani nei capelli e mi sono chiesto: come è possibile che l’Aga Khan abbia tirato fuori un personaggio del genere?” Come dire, tranchant. Certamente la posizione del Principe, che in dieci anni ha ricapitalizzato la compagnia per una cifra monstre vicina al miliardo di euro, ma che ha anche cambiato amministratori delegati come fossero noccioline, con una fumosa politica industriale e scelte manageriali incomprensibili, resta uno dei punti più oscuri di una storia aziendale che ogni giorno che passa rischia di chiudere senza un lieto fine.

Giandomenico Mele

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