Potrà sembrare inverosimile, eppure esiste un comun denominatore che lega Joseph Ratzinger a Pasquale Mistretta, passa per i ‘profili giuridici dell’obesità’ e l’influsso ‘della cultura artistica italiana, nella ridefinizione del modernismo nell’America postbellica’, per approdare alle ‘problematiche semiotiche della norma disegnata’. Quel comune denominatore è la Fondazione Banco di Sardegna. Che tra il 2011 e il 2013, sotto la presidenza di Antonello Arru, ha distribuito nell’interesse della comunità – come da mission statutaria – oltre 43 milioni di euro. Lo dicono i documenti ufficiali. Sono centinaia i beneficiari che anche grazie all’apporto prezioso della Fondazione – si pensi alle sole università isolane – possono portare avanti i progetti più disparati. Ma non mancano neppure i finanziamenti a iniziative e associazioni il cui scopo “comunitario” andrebbe spiegato alla comunità, cioè ai cittadini. Ecco la prima puntata dell’inchiesta sui fondi erogati dalla Fondazione, incentrata sui fondi destinati alla Chiesa cattolica. Per iniziative prettamente religiose.
La figlia di Ior
Escludendo i fondi erogati per sostenere meritorie iniziative, dalla lotta alla povertà all’assistenza sociale fino al recupero del patrimonio artistico, negli ultimi tre anni le istituzioni cattoliche hanno incassato dalla Fondazione poco meno di 300mila euro. Per iniziative prettamente confessionali. Come i 20mila euro alla Fondazione vaticana Joseph Ratzinger, impegnata nella ‘promozione dello studio e della conoscenza teologica’, o i 27mila assegnati alla Fondazione romana Domenico Tardini come sostegno ai giovani universitari sardi che, pur non abbienti, possono così “scoprire e sviluppare i talenti ricevuti da Dio”. Nelle casse romane della Congregazione del Santissimo Redentore son finiti 5mila euro per il ‘Meeting europeo dei giovani redentoristi’, organizzato a San Sperate. Poca roba? Niente paura. All’offertorio ha partecipato pure Sardegna promozione, che per l’occasione ha firmato un assegno di 20mila euro, mentre gli Amici di Nostra Signora del Buon consiglio di Roma hanno usato poco meno di 10mila euro per la ristrutturazione di un immobile da destinare alla formazione (cattolica) dei giovani. Chiude la lista il Movimento ecclesiale di impegno culturale, sempre con sede nella Capitale, che grazie a 8mila euro ha organizzato il convegno su ‘Un’originale intuizione, un azzardo del pensiero. Montini, Righetti e la nascita del Movimento laureati dell’Azione cattolica’.
Chiedete e vi sarà dato
Tornando in terra sarda, buone nuove per la Diocesi di Nuoro, che per la ‘revisione e ammodernamento del settimanale cattolico diocesano L’Ortobene’ – voce storica della chiesa nuorese, fa sapere la Fondazione – porta a casa 44.850 euro. Ma la palma d’oro spetta all’Arcidiocesi di Oristano, che grazie ai denari del’istituto sassarese di via Carlo Alberto ha potuto finanziare le attività di catechesi della zona (25mila euro), disquisire su ‘fede e applicazione delle norme conciliari’ (5mila), festeggiare il tricentenario con 19.850 euro e trattare l’annoso dilemma sugli ‘Ordini religiosi in Sardegna nel medioevo – Un problema ancora aperto’. Seguono costruzioni di campanili (Lanusei, 44.160 euro), ampliamenti di monasteri di clausura (Alghero, 9.850), ristrutturazioni varie. E perfino un seminario sulle fondazioni bancarie organizzato dall’ambasciata italiana nella Santa sede. Non è dato sapere se durante i lavori si sia parlato anche dell’opportunità di finanziare iniziative confessionali. Che hanno sì una valenza strategica per la comunità. Quella cattolica.
Pablo Sole