La squadra speciale anticrimine Apollo Beat, dopo aver smascherato i cattivi di tutta Italia, è tornata a Sassari. Qui tra rapine, omicidi, sangue e inseguimenti incontrerà nuove pericolose avventure, tutte accompagnate dall’inconfondibile groove anni Settanta.
“Apollo Beat – la Serie” è la nuova avventura cinematografica dell’omonima band sassarese. Nata nel 2012, la formazione musicale, ispirata a suoni e atmosfere dei Settanta, compare oggi in una web serie poliziottesca grazie all’incontro con il regista sassarese Michele Gagliani. Protagonisti, con il loro inconfondibile look, gli Apollo Beat: il frontman Giuseppe Bulla e i musicisti Diego Ganga, Gianfranco Foddai, Andrea Sau, Diego Moretti e Diego Desole. Sul palco e in sala d’incisione danno vita a una miscela esplosiva di funk e suoni degli anni Settanta, davanti alla videocamera sono invece i cinque agenti speciali di una squadra anticrimine che nel 1975, dopo aver lavorato in giro per il Paese, torna a Sassari. Qui la squadra si troverà a fare i conti con i fantasmi del proprio passato.
Da lunedì è on line la puntata pilota di Apollo Beat – La Serie.
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L’episodio si apre con un cadavere, scoperto dagli agenti nella periferia milanese nel 1973. Un anno dopo i cinque si trovano a Sassari: qui iniziano per la squadra nuove avventure. Il progetto della web serie è diretto da Michele Gagliani che cura, insieme a Francesco Bellu e Giuseppe Bulla, anche soggetto e sceneggiatura. La puntata pilota, completamente autoprodotta, è stata immaginata come il primo di dieci episodi: per dare seguito alla web serie gli Apollo Beat e il regista cercano ora contributi e finanziamenti e stanno lavorando ora a un piano di crowdfounding.
LE FOTO DI FRANCESCO BELLU SUL SET
“La mia idea di un film, poi diventato web serie, ispirato ai vecchi poliziotteschi italiani è arrivata dopo aver visto gli Apollo Beat in concerto – ci racconta Gagliani . – I musicisti erano perfettamente calati nella parte e interpretavano un ruolo preciso, ecco perché li ho immaginati in una storia cinematografica. La band ha accolto la mia proposta con entusiasmo. Non solo: hanno tutti collaborato alla produzione della puntata pilota, si sono messi in gioco pur non essendo attori professionisti e hanno contribuito in modi diversi alla buona riuscita, chi per la sceneggiatura, chi con gli abiti o la scenografia. Per ricostruire il clima degli anni Settanta abbiamo avuto aiuto dall’associazione sassarese di auto d’epoca e da un negozio di abiti vintage, mentre un maestro d’armi ci ha dato la consulenza per le pistole”.
Il risultato è una Sassari perfettamente calata nei suoni, nelle atmosfere e nei colori di quarant’anni fa, con i cinque che già nella prima puntata incontrano pericolosi criminali e poliziotti senza scrupoli. In attesa di conoscere il resto della storia.
Francesca Mulas