Candelieri, omaggio a Brigata Sassari. Eventi anche a Nulvi, Iglesias e Ploaghe

In occasione del centenario della vittoria dell’Italia nella Grande guerra, gli undici ceri votivi della discesa dei Candelieri a Sassari, che si tiene domani sera e precede la festa della Madonna Assunta, gli 11 ceri ‘danzeranno’ a turno in piazza Castello (nella foto) intorno al monumento dedicato alla Brigata Sassari, l’unità dell’esercito italiano che più di ogni altra si coprì di gloria nel corso del Primo conflitto mondiale. La Grande guerra costò alla Sassari circa 14.000 perdite (3.819 tra caduti e dispersi e 9.104 feriti). Il tributo di sangue fornito dall’intera isola fu altissimo: caddero 138 sardi ogni 1.000 incorporati (la media nazionale fu di 104). Rappresentano il riconoscimento del valore individuale dei sardi i 6 ordini militari d’Italia, le 9 medaglie d’oro, le 405 d’argento, le 551 di bronzo, che si batterono all’ombra delle due bandiere, ciascuna delle quali venne decorata con due medaglie d’oro al valor militare (caso rimasto unico nell’esercito nel Primo conflitto mondiale).

“Il principio ispiratore dell’iniziativa è il recupero della memoria storica – dice il comandante della brigata Sassari, generale Andrea Di Stasio -. La danza dei candelieri intorno al monumento alla brigata tattaresa è un gesto simbolico che ci onora perché intende perpetuare il ricordo di tanti giovani sardi che nei ranghi della brigata Sassari e non solo, spinti da granitico orgoglio, indomito coraggio e forte senso di appartenenza, diedero prova del loro straordinario valore durante la Prima guerra mondiale. Tale gesto – conclude il comandante dei Dimonios – è un riconoscimento che a distanza di un secolo offre uno dei principali spunti di riflessione per evocare la pace tra i popoli”. Il monumento, recentemente collocato nella centralissima piazza Castello davanti alla sede del comando brigata, è composto da un masso proveniente dal Carso sul quale capeggiano le mostrine biancorosse della brigata.

E se i Candelieri di Sassari sono l’evento più noto, una processione dei grandi ceri votivi per la Madonna dell’Assunta viene organizzata anche a Nulvi, Iglesias e Ploaghe. Tanti i punti di contatto e altrettante differenze, tra i quattro venti. Cambiano forme, volti e materiali, ma non il significato e la sostanza del messaggio: la “richiesta” di prosperità, continuità, identità, orgoglio e lungimiranza per il futuro. A Nulvi la manifestazione si chiama rito de “Sa Essìda de sos Candhaleris” (L’uscita dei candelieri) e si celebra sempre domani, 14 agosto: tre i ceri che dalla chiesa di San Filippo escono per raggiungere il centro storico e poi ritornare nell’edificio religioso. A Ploaghe, dove i ceri sono due, e a Iglesias, dove sono otto, l’evento si svolge il 15. “È trascorso un altro anno e la comunità nulvese si ritrova ancora una volta all’ombra del Candeliere – spiega il sindaco di Nulvi Antonello Cubaiu – All’ombra dei suoi tre Candelieri, enormi giganti di legno, canne e carta pesta che hanno fatto e raccontato la storia del nostro paese. Un Paese piccolo ma orgoglioso, che nei secoli è riuscito a ritagliarsi il ruolo di piccola capitale dell’Anglona, di punto di riferimento per il territorio, d’eccellenza per le sue espressioni culturali, per le sue produzioni agro alimentari, per la qualità delle manifatture realizzate”.

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