VIDEO. Il Natale amaro degli operai Alcoa

Questo che ci accingiamo a trascorrere sarà per tanti ex lavoratori del Sulcis il Natale più amaro dopo tanti anni. In questi giorni si stanno completando le procedure del licenziamento collettivo dei dipendenti Alcoa. Ultimo atto di un biennio di lotte farcite di speranze, false illusioni e promesse mancate. Operai che dopo una carriera ultra trentennale, vengono messi alla porta per una cessata attività che ai più risulta incomprensibile. Nel presidio Alcoa gli operai si accingono a trascorrerlo come un giorno qualunque, non ci saranno feste ma solo una grande delusione per i guerrieri del caschetto battuto sulle strade, per l’epilogo che ha avuto una lotta che si è trascinata per cinque lunghi anni.

La fabbrica di alluminio di Portovesme, una volta in mano alle partecipazioni statali con la società Alumix, passata poi nel 1996 nelle mani della statunitense Alcoa, fermata completamente due anni fa, non è ripartita. Dai suoi forni, che producevano ogni anno 150 mila tonnellate di alluminio “made in Italy”, hanno smesso di uscire benessere, dignità e prospettive future per migliaia di famiglie del Sulcis che da quella fabbrica traevano sostentamento, una delle poche realtà economiche che davano ancora fiato a un territorio ormai in ginocchio.

Un territorio con una tradizione mineraria secolare scritta nel suo Dna e votato poi, per volontà politica nazionale, allo sviluppo industriale. I cittadini del Sulcis hanno sempre fatto questo, quello che i governanti hanno deciso per loro. Oggi però le cose sono cambiate. L’industria metallurgica di base nazionale si è dovuta confrontare con la concorrenza internazionale, mostrando i propri limiti e la propria inadeguatezza. Il risultato è stato il decadimento dell’apparato industriale costruito in circa quarant’anni e due anni di cassa integrazione, durante i quali la flebile speranza di una ripartenza delle produzioni non è mai venuta meno.

È stato allora che gli operai si sono dovuti confrontare con una realtà che non lascia spazio a interpretazioni: l’iscrizione nelle liste di mobilità, andando ad aggiungersi ad altre migliaia di lavoratori che già prima di loro sono entrati a far parte di questa categoria, l’anticamera della disoccupazione. Dal Ministero dello Sviluppo Economico giungono notizie confortanti sul proseguo delle pseudo trattative tra l’Alcoa e la svizzera Glencore, interessata a rilevare lo stabilimento, ciò nonostante giungono, di traverso, anche notizie che non depongono per un cauto ottimismo”.

I primi mesi dell’anno, dicono i sindacalisti, saranno cruciali, avremo la certezza sulla concretezza della cessione oppure sul suo fallimento”. Il sottosegretario Graziano Delrio, ambasciatore del Governo Renzi, nella sua recente visita a Portovesme in compagnia del presidente della Regione Francesco Pigliaru, ha usato parole di grande ottimismo sull’esito della trattativa esortando i lavoratori a “non mollare” e a mantenere alta la speranza perché, ha affermato, “non verrete lasciati soli” . Ebbene è proprio con questa speranza che gli operai ex Alcoa e quelli delle imprese dell’indotto, da quelle tende piantate nella nuda terra fuori dallo stabilimento, augurano un sereno Natale a tutti nel nome della solidarietà e della fratellanza.

Carlo Martinelli

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