Università di Cagliari, studenti in calo. Il rettore: “Colpa della crisi”

Tasse invariate, studenti in calo e investimenti in corso per 75 milioni di euro. Lo ha detto il rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis, nella conferenza stampa che ha preceduto l‘inaugurazione ufficiale del nuovo anno accademico, il 394/mo. Per il numero uno dell’ateneo cagliaritano è stato anche un modo per fare il punto sui cinque anni di mandato, in scadenza a maggio.

Nel 2014 sono stati programmati 157 concorsi per promozioni e recupero degli organici dei docenti. Nuove immatricolazioni in calo nel 2014-2015 dell’1 per cento, in linea con il dato nazionale. Previsto un decremento del 5 per cento nel numero totale degli iscritti. Colpa del crisi, spiega l’Università: i più colpiti saranno soprattutto i fuori sede e i fuori corso. Sul diritto allo studio l’Ateneo sostiene che la percentuale dei giovani del tutto esonerati dalle tasse arriva al 20 per cento.

Continuiamo – ha detto Melis – in mezzo ai tagli del Ministero e alla premialità punitiva. Il tessuto economico intorno è molto fragile, non paragonabile a quello di altre zone d’Italia”. Il rettore ha sottolineato anche il problema dei test di medicina del Ministero, regolarmente impugnati: “In una situazione in cui oltre il 50 per cento delle nuove matricole chiede di accedere alle professioni sanitarie, si rischia di stravolgere l’intera offerta formativa degli atenei”. Il rettore ha quindi ricordato il ritorno dell’Università di Cagliari nella Top 500 mondiale ed il contributo dato dall’ateneo ad esempio alla valorizzazione dei Giganti di Mont’e Prama.

Sul mandato complessivo Melis ha ricordato che gli ultimi sei anni ha dovuto fare i conti con la crisi, la contrazione del finanziamento statale, i vincoli agli organici e la riforma Gelmini. Una risposta, in qualche modo, alle polemiche dei sindacati che domenica in un comunicato hanno affondato i colpi sulla insoddisfazione del personale. Il rettore ha avanzato anche un auspicio: “Non resta che augurarsi che la recente norma di riordino del sistema sanitario regionale – ha spiegato – consenta la ripresa del progetto di completamento del Policlinico Duilio Casula”.

Le proteste. “Università: non c’è nulla da festeggiare. È il titolo del volantino distribuito dai sindacati all’ingresso del Rettorato in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico. Una protesta annunciata già nei giorni scorsi in un duro comunicato, e ribadita anche oggi. “La consistenza del personale tecnico amministrativo – denunciano Cgil, Cisl, Uil, Csa, Confsal e Rsu – ha subito un ulteriore sensibile decremento. Un livello che sta producendo il degrado della capacità operativa di molte strutture, del benessere organizzativo, della qualità del lavoro. Con la riduzione del fondo per la formazione e del diritto alla crescita individuale”. Così è scattata la contestazione. “Quella riunita qui oggi – hanno spiegato – non è l’Università di Cagliari. È solo una sua interpretazione dalla quale, come rappresentanti del personale tecnico amministrativo, prendiamo le distanze e non ce ne sentiamo partecipi”.

Organizzato anche un flash mob davanti al Rettorato. Tema, gli “studenti senza tetto” e senza borsa di studio. A organizzarlo sono stati i promotori delle campagne “La Casa Siamo Noi” e “Sportello Idonei non Beneficiari”. “C’è ben poco da festeggiare quest’anno – spiega Manuel Gennari, studente – è vergognoso che ancora molti giovani sardi vedano cadere ogni prospettiva di successo formativo universitario perché non sono stanziati abbastanza fondi per coprire la richiesta di borse ed alloggi”. Il 12 dicembre sarà di nuovo protesta. “Scenderemo in piazza con uno spezzone studentesco – annuncia Nicola Piras – per rivendicare borse di studio per tutti coloro che ne hanno diritto, strutture vivibili ed adatte all’attività degli studenti e più trasparenza e partecipazione studentesca nella gestione degli spazi e nei processi decisionali”.

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