Sassari-Alghero, Grig: “Gravi rischi per ambiente, archeologia ed economia”

Il Gruppo di Intervento Giuridico lancia l’allarme per i beni ambientali, paesaggistici e archeologici del territorio che sarà presto interessato dai lavori per la costruzione della nuova strada statale n. 291 ‘Sassari – Alghero’:  “Lo scorso 25 agosto – si legge nella nota inviata alla stampa – si è svolta a Roma la conferenza di servizi fra Ministeri competenti, Regione autonoma della Sardegna, Comune di Alghero e altre amministrazioni pubbliche riguardo il progetto per il 1° lotto della strada (Alghero-Olmedo, cantoniera Rudas), attualmente oggetto della procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) ‘semplificata’, in quanto ricadente nei programmi di cui alla c.d. Legge Obiettivo n. 443/2001. Lunedi 31 agosto è prevista una nuova conferenza di servizi dove l’Anas s.p.a. dovrà portare alcune proposte di modifiche di tracciato per venire incontro alle richieste formulate dal Sindaco di Alghero Mario Bruno. Il 14 settembre, invece, prevista la conferenza di servizi decisoria nell’ambito del procedimento di V.I.A., mentre l’approvazione definitiva da parte del C.I.P.E. dovrebbe avvenire entro il 31 ottobre 2015 pena la perdita del finanziamento di 81 milioni di euro di fondi statali più 19 milioni di euro derivanti dall’accordo quadro sulle infrastrutture Stato-Regione più altri 25 milioni di euro di fondi regionali.

Complessivamente – prosegue il documento firmato dal Grig – 125 milioni di euro per un’opera stradale che si collegherà con la circonvallazione di Alghero, da realizzarsi dal Comune di Alghero, grazie a un finanziamento di altri 10,5 milioni di euro. L’inizio dei lavori è previsto per la primavera del 2016 per una durata di 900 giorni.

Il tracciato della nuova ‘direttissima’ che collega Sassari ad Alghero e all’aeroporto internazionale di Alghero-Fertilia è stato contestato fin dall’originaria presentazione, all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso.

In particolare il lotto n. 3 – che interessa la borgata di Bancali (Comune di Sassari) e la fascia olivetata intorno al capoluogo turritano – ebbe una durissima opposizione anche in sede legale da parte dell’allora Comitato di Bancali e da diverse associazioni ecologiste (fra cui il nascente Gruppo d’Intervento Giuridico onlus).

Il lotto stradale, infatti, avrebbe provocato (e in parte ha provocato) la distruzione di numerosissimi olivi (Olea europaea) e l’interessamento di molte aziende agricole.

Si deve ricordare, infatti, che la superficie agricola regionale è drasticamente diminuita soprattutto a causa dei fenomeni di urbanizzazione: in dieci anni, dal 1990 al 2000, si è registrato un calo del 24,7% (dati ISTAT, 2005). Emblematico il caso proprio delle aree agricole olivetate del Sassarese: fra il 1977 ed il 1998 Alghero ha perso 474 ettari di oliveti su 2.456 (- 19,3%), Sassari ne ha perso 361 ettari su 4.981 (- 7,2%), Sorso ne ha perso 342 ettari su 1.611 (- 21,2%). Soltanto Sennori e Tissi hanno registrato minimi incrementi, rispettivamente di 16 (+ 3,5%) e di 13 (+ 7,3%) ettari (dati Università degli Studi di Sassari, cattedra di olivicoltura, 2006). In relazione alla sola Sassari, al 2002 dei 4.620 ettari presenti nel 1977, ne sono risultati “degradati” (“oliveti radi”, con 50-100 alberi per ettaro) ben 562, 27 ettari sono risultati formati da alberi sparsi (meno di 50 olivi per ettaro): grazie a tale indagine condotta con l’ausilio di immagini satellitari si è appurato, quindi, che la perdita complessiva dell’area olivetata fruibile anche a fini economici è stata di ben 926 ettari (-19%). E tale perdita è dovuta quasi esclusivamente a nuove infrastrutture stradali e alla crescita edilizia incontrollata nell’agro.

Ora, dopo l’ultimazione dei lavori e l’apertura al traffico del lotto 3 (luglio 2013) e del lotto 2 (ottobre 2013), è il momento del tratto fra Olmedo e Alghero: anche in questo caso è previsto l’interessamento di diverse aziende agricole (vigneti, frutteti, seminativi) e di moltissimi olivi. Interessate anche aree di rilievo archeologico (C. Domenica, Sa Mandra de Sa Lua, La Rucchetta) con ritrovamenti di epoca romana e medievale, nonché la presenza di un nuraghe, tanto da esser classificate nel medesimo studio di impatto ambientale (S.I.A.) come “rischio archeologico alto” e “medio-alto”.

Quest’ultimo tratto è abbastanza assurdo sotto il profilo ambientale ed economico-sociale, perché a breve distanza dal tracciato previsto vi sono ben due altre strade che potrebbero benissimo essere collegate, ristrutturate e adeguate, oltre tutto con una minor spesa (sono previsti ben 18 milioni di euro per gli espropri, il 14,4% dell’importo complessivo dei fondi disponibili), la strada statale n. 127 bis Settentrionale Sarda e la strada provinciale n. 42 dei Due Mari (Alghero – Porto Torres)”

Da queste osservazioni nasce l’appello alle istituzioni: “Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, interpretando lo spirito di numerose segnalazioni provenienti da Alghero, chiede con forza che le amministrazioni pubbliche competenti individuino un tracciato che ricalchi per quanto possibile la rete viaria principale già esistente, riducendo al minimo gli impatti ambientali e i danni al contesto economico-sociale della Nurra algherese”.

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