Processo rifiuti Portovesme Srl, chieste le condanne per i sei imputati

Chieste condanne da uno a tre anni per tutti gli imputati al processo sui rifiuti industriali provenienti dallo stabilimento Portovesme s.r.l (gruppo Glencore). Secondo il pm Daniele Caria, Massimo Pistoia (amministratore unico della Tecnoscavi), Lamberto Barca (gestore della società Gap service s.r.l.), Stefano Puggioni, Giampaolo Puggioni, Larbi El Oualladi (dipendenti della Tecnoscavi) e Danilo Baldini (socio e coordinatore dell’area chimico-analitica del laboratorio di analisi Tecnochem s.r.l.) sarebbero tutti responsabili dello smaltimento illegale di 15mila tonnellate di rifiuti con alte concentrazioni di arsenico, piombo, zinco, cadmio, rame, nichel, solfati e floruri.

“Si tratta del secondo troncone del procedimento nato dall’indagine condotta dai Carabinieri del N.O.E sull’ingente traffico illecito di rifiuti altamente pericolosi prodotti dagli impianti della Portovesme S.r.l e smaltiti illecitamente in cave del Cagliaritano e, addirittura, nella realizzazione di riempimenti stradali e piazzali degli ospedali”, precisa l’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico in una nota.

Relativamente al primo troncone, poco più di un mese fa, la Corte di Cassazione ha deciso per la riforma della sentenza della Corte d’Appello di Cagliari, che aveva inflitto un anno e dieci mesi di reclusione per Maria Vittoria Asara (responsabile della gestione rifiuti dello stabilimento Portovesme s.r.l.)e due anni e due mesi di reclusione per Aldo Zucca (responsabile della gestione del rifiuti dello Stabilimento Portovesme s.r.l). “La corte di Cassazione ha infatti dichiarando prescritto un reato contravvenzionale e rinviato ad altra Sezione della Corte d’Appello per la rideterminazione della pena per il reato di falso e per l’esame dell’ipotesi accusatoria relativa al traffico illecito di rifiuti industriali”, spiega il Grig. Il processo riprenderà il 7 gennaio con gli interventi degli avvocati difensori.

Piero Loi

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