Prima udienza del processo Is Arenas, Massimo Cellino è assente

È mancato l’imputato eccellente alla prima udienza del processo per lo scandalo dello stadio Is Arenas di Quartu Sant’Elena scelto come alternativa al Sant’Elia, all’epoca indisponibile per le partite di serie A.
L’ex presidente del Cagliari calcio, infatti, e attuale patron del Leeds, Massimo Cellino, non si è presentato nell’aula della prima sezione del tribunale del capoluogo per rispondere, insieme ad altri e a vario titolo, di tentato peculato, falso e violazioni di norme urbanistiche.
Contestazioni che hanno colpito anche l’ex sindaco di Quartu, Mauro Contini (Fi) – oggi presente – e l’allora assessore ai Lavori pubblici, Stefano Lilliu. Cellino e Contini finirono anche in carcere nella prima fase delle indagini.

Dopo una serie di questioni preliminari sollevate dalla difesa in merito alle intercettazioni, il presidente Claudio Gatti ha chiamato il primo testimone dell’accusa, Gian Luca Pinna, uno degli ispettori della Forestale che ha svolto le indagini coordinate dal sostituto procuratore Enrico Lussu, in aula con il collega Gaetano Porcu. L’agente, con l’ausilio del videoproiettore, ha ricostruito i termini della convenzione che aveva trasformato il vecchio impianto di Is Arenas in uno stadio da serie A con spese a carico del Cagliari.

“Si è realizzato un nuovo stadio, non la ristrutturazione del vecchio campo di calcio”, ha chiarito Pinna nella sua deposizione. Nella prossima udienza fissata per l’1 giugno verrà ascoltato un secondo ispettore Forestale, Gianni Deidda.

Sono sotto processo anche l’imprenditore Marcello Vasapollo, committente dei lavori, l’ingegnere Graziano Mossa, il coordinatore della sicurezza Raffaele Perra e il direttore dei lavori Giacomo Manca. Riunificato il procedimento a carico di Andrea Masala, dirigente del Comune di Quartu che aveva chiesto, davanti al Gup Mauro Grandesso, l’abbreviato condizionato all’audizione di alcuni testimoni, ma che non vedendosi accogliere l’istanza ha deciso di andare a dibattimento.

Il 9 maggio scorso aveva patteggiato una condanna a due anni l’ingegnere Pierpaolo Gessa, responsabile delle opere pubbliche attorno allo stadio, mentre era stato condannato a sei mesi per falso, ma assolto dal tentato peculato, Antonio Grussu, amministratore unico della società Andreoni esecutrice delle opere. Assolto, invece, da tutto Giorgio Caria, geometra della società. Secondo l’accusa gli imputati erano pronti a utilizzare
365 mila euro di soldi pubblici per lavori legati allo stadio (cabina elettrica, recinzione e strada di accesso all’impianto) che invece avrebbe dovuto pagare il Cagliari calcio.

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