Il ritorno dello studente dal Viaggio della Memoria: “Il mio cuore ad Auschwitz”

“Da quel maledetto treno del 2013 non ci sono ancora sceso e mai lo farò. Anno dopo anno lascio un pezzo di me in quel di Cracovia, come questo progetto lascia un segno indelebile nel mio cuore ma soprattutto nella mia mente. La consapevolezza fa da cornice e mi da la forza di continuare ad emozionarmi, stressarmi, arrabbiarmi, gioire e perché no, piangere”. Federico Orrù, 22 anni, di Villamassargia, è appena tornato da un viaggio in Polonia: è uno dei cinque tutor, tutti giovanissimi, che hanno accompagnato 60 studenti sardi nel viaggio “Promemoria Auschwitz”, un progetto dedicato ai ragazzi sulla memoria dell’Olocausto e realizzato dall’associazione Deina.

Il viaggio, realizzato con il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, della Presidenza del Consiglio Regionale della Sardegna, dell’Assessorato regionale alla Cultura e il finanziamento dei Comuni, è gestito nell’Isola dall’associazione Arci Sardegna: dal 2011 ha accompagnato più di 500 ragazzi sardi alla scoperta della città di Cracovia e dei vicini campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. I ragazzi sardi con i loro accompagnatori hanno raggiunto lo scorso 2 febbraio la stazione del Brennero, in Trentino Alto Adige, nello stesso luogo in cui passavano oltre settant’anni fa i treni carichi di prigionieri del nazifascismo diretti verso i lager; qui, insieme ad altri 1300 studenti arrivati da tutta Italia, hanno viaggiato in treno verso la Polonia. Sono rientrati a casa l’8 febbraio.

“Ho partecipato ai Viaggi della Memoria appena 18enne, nel 2013, e da allora ho sempre seguito il progetto in tutte le sue fasi fino al 2016, quando ho avuto la possibilità di diventare tutor e di accompagnare i ragazzi a Cracovia. È un compito duro ma assai appagante, senti addosso la responsabilità della formazione dei ragazzi negli incontri preparativi che precedono la partenza, la responsabilità di portare i temi dell’antifascismo, dell’uguaglianza e dell’antirazzismo, la responsabilità di portare a loro una conoscenza storica e culturale che poi si trasformerà in coscienza. Accompagnare 60 ragazzi che tra loro non si conoscono in un viaggio emotivamente e fisicamente pesante è faticoso, ma vederli condividere gioie e pianti è veramente appagante, ti fa dimenticare le sedici ore di treno fino a Cracovia e insieme tutte le fatiche che nei mesi prima si spendono per preparare il tutto. Certo la convivenza in ostello non è semplice, condivider una stanza in dodici e due bagni in quaranta rende tutto più difficile, senza contare gli orari stringenti. Ogni anno questi ragazzi lasciamo a me e ai miei colleghi Martina Cucci, Carlotta Scema, Chiara Devoto e Claudio Lissona una gioia infinita e una speranza, la speranza che all’interno delle nostre comunità ci sia qualcun che abbia il coraggio spezzare quel filo spinato che ci rinchiude nel nostro orticello. L’idea è quella di formare cittadini attivi, che non restino immobili davanti alle ingiustizie, che dicano sempre la loro senza timore e che guardino con occhio critico ciò che succede attorno a loro. Il mondo, e il nostro paese più che mai, ha bisogno di cittadini consapevoli, che non subiscano le decisioni altrui senza dire prima la loro, che non si voltino a guardare altrove quando l’ingiustizia è dietro l’angolo”.

Francesca Mulas

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share