Domusnovas, momenti di tensione al corteo contro la fabbrica di bombe

È iniziata la manifestazione di protesta organizzata dalla Tavola Sarda della Pace e antimilitaristi contro la fabbrica Rwm Italia di Domusnovas, nel Sulcis, in cui vengono prodotte bombe che negli scorsi mesi sono state spedite, sia dall’aeroporto di Elmas e sia dal porto canale di Cagliari in Arabia Saudita sollevando un polverone di polemiche.

Circa 150 persone si sono radunate davanti al campo da baseball di Domusnovas diretti alla fabbrica. Striscioni e bandiere contro la produzione di bombe e per la pace sono stati sventolati dalla vetture. Il corteo si è fermato davanti al Municipio del piccolo centro del Sulcis e poi ha raggiunto la Rwm. Tutta la manifestazione è seguita da un massiccio contingente di polizia e carabinieri. Un elicottero sorvola costantemente la zona.

Poco dopo mezzogiorno si sono registrati alcuni momenti di tensione tra un gruppo di manifestanti e diversi cittadini, tra cui l’ex assessore di Domusnovas Attilio Stera, subito sedati dall’intervento della polizia e del vicario Ferdinando Rossi. I manifestanti hanno mostrato alcune foto di bambini dilaniati dalle esplosioni e un lavoratore della Rwm ha strappato l’immagine.”Queste sono le morti provocate dalle bombe prodotte qui – è stato detto -, bisogna chiudere questa fabbrica”.

I cittadini sostenevano esattamente il contrario, “qui fabbricano solo gli involucri”. La tensione verbale è stata subito sedata. “Come ex amministratore – ha detto Stera – difendo questa fabbrica e i lavoratori. La Rwm è una azienda che opera nel rispetto della normativa nazionale e internazionale. Queste manifestazioni sono propaganda di basso profilo”.

“La Sardegna non può essere un territorio di guerra in cui vengono prodotte bombe, in cui ci sono poligoni ed esercitazioni, noi dobbiamo essere tutti i giorni in frontiera, dobbiamo parlare con i politici. Il popolo sardo deve essere chiamato a decidere su queste cose”, ha detto l’indipendentista Bustianu Cumpostu durante il suo intervento davanti alla fabbrica di bombe di Domusnovas. Fra gli interventi anche quelli del pacifista Antonello Repetto che alcune settimane fa ha inviato una lettera a Questore e Prefetto di Cagliari autodenunciandosi, dicendo che avrebbe messo in atto azioni pacifiche di sabotaggio contro la fabbrica. Repetto ha letto una lettera da lui inviata ai lavoratori Rwm: “Capisco che siano posti di lavoro e che il denaro serva per le vostre famiglie – ha detto – ma anche in Yemen hanno famiglia e figli. Quanti civili dovranno ancora morire?”.

La manifestazione, che ha chiesto anche la riconversione della fabbrica di bombe, si è conclusa dopo l’intervento di vari pacifisti e di alcuni giovani, fra i quali anche quelli che stanno raccogliendo fondi per presentare il ricorso contro i fogli di via emessi dal Questore di Cagliari per la manifestazione antimilitarista svolta nelle scorse settimane a Porto Pino (Teulada).

La protesta di oggi ed il corteo non sono state accolte positivamente da tutti i cittadini di Domusnovas che al passaggio dei pacifisti hanno urlato “Andate via, se chiude la fabbrica siamo morti tutti”, ricordando i posti che vengono garantiti in una delle zone con la disoccupazione più alta.

Intorno alle 12,30, i manifestanti hanno lasciato il piazzale antistante la fabbrica. Questa sera una protesta analoga si svolgerà a Brescia, dove ha sede un secondo stabilimento della Rwm. “Non siamo contro il lavoro – dice Marco Mameli – siamo contro il lavoro che produce morte. La Rwm è una grande multinazionale che produce tante altre cose, che non uccidono. In questa fabbrica si può produrre anche altro. In Germania è stata vietata la produzione e commercializzazione di bombe, perché non lo fa anche l’Italia?”. Un altro manifestante argomenta diversamente la sua protesta:”Il fatto che non ci sia lavoro non può diventare l’alibi per produrre qualunque cosa ci venga proposto. Rifiutiamo di essere presi per la gola da una politica inconcludente e incapace di programmare uno sviluppo diverso ecocompatibile e sostenibile. Soprattutto pensando ai nostri figli”.

Carlo Martinelli

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