Cauzione Abbanoa, l’Adiconsum: “Non va pagata”. Azioni legali al via

“La cauzione messa in bolletta da Abbanoa non va pagata”. Lo dice il presidente di Adiconsum, Giorgio Vargiu. Ecco le ragioni.

“Il deposito cauzionale chiesto da Abbanoa non va pagato, perché è illegittimo”. A sostenerlo il presidente di Adiconsum Sardegna, Giorgio Vargiu, pronto a sfidare la spa del servizio idrico anche per via legale. È solo questione di giorni. Poi l’associazione dei consumatori chiederà ad Abbanoa “l’annullamento della cauzione in sede di autotutela ai sensi dell’articolo 140 del Codice del Consumo”, spiega Vargiu. Vuol dire che se entro quindici giorni, la società non ritira il provvedimento e annulla tutte le fatture emesse, “Adiconsum solleciterà il Tribunale di Nuoro perché inibisca il comportamento scorretto di Abbanoa imponendo appunto lo stop della tassa”.

Presidente, davvero il deposito cauzionale non va versato?

Certo. Si tratta di un costo non dovuto.

Per quale ragione?

È illegittimo, non opportuno e hanno utilizzato un metodo sbagliato.

Hanno utilizzato, chi?

Intanto l’Aeegsi, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas che lo ha previsto con la direttiva 86 del 28 febbraio 2013.

Cosa prevede?

La cauzione può essere applicata solo in determinate condizioni.

Quali?

Intanto le modifiche dei rapporti contrattuali vanno fatte a favore degli utenti, non dei gestori del mercato. Il deposito, invece, avvantaggia proprio questi ultimi.

Ad Abbanoa imputate responsabilità?

La spa, che è un’azienda pubblica del servizio più essenziale al mondo, ovvero quello idrico, avrebbe dovuto consultarsi preventivamente con le associazioni dei consumatori e con l’opinione pubblica tutta. Invece dalla spa hanno prima mandato le fatture a casa e poi spiegato le ragioni della cauzione attraverso i giornali. Questa non è informazione, ma propaganda.

Perché il deposito sarebbe inopportuno?

Perché la direttiva 86 stabilisce che il deposito sia facoltativo (qui il testo integrale). Abbanoa e l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, hanno invece parlato di cauzione obbligatoria. Hanno detto una bugia. Hanno usato l’inganno. E questo la dice lunga sulla trasparenza nella gestione della società. L’assessore, peraltro, avrebbe un compito di controllo sulla spa, a tutela degli utenti.

Il balzello è stato motivato con la necessità di non voler far pagare ai virtuosi le colpe dei viziosi.

Esatto, pura demagogia. Se fosse vero ciò che hanno detto, perché imporre la cauzione anche i virtuosi? Ma soprattutto: nel ragionamento della società è sbagliato il presupposto. Abbanoa ritiene che i sardi siano un popolo di inadempienti. Ma è l’esatto contrario, come risulta anche dal rapporto fatto dalla Centrale rischi della Banca d’Italia.

La spa dice di avere milioni di crediti con i cittadini.

Certo, perché è stata la stessa Abbanoa ad indurli a non pagare. E l’ha fatto nel momento in cui non ha spedito le bollette ogni due mesi. È ovvio che quando si chiede il saldo per nove anni e mezzo di consumi, tutti insieme, come è successo in più di una occasione, i cittadini non ce la facciano. Peraltro: in seguito alla mancata regolarità della fatturazione, sono stati presentati 200mila reclami. La società era obbligata, anche dalla sua stessa Carta di servizi, a rispondere entro 30 giorni e, in caso di inottemperanza, a risarcire gli utenti con 50 euro. Abbanoa non ha fatto sapere nulla in quel mese di tempo, né ha erogato i rimborsi.

Abbanoa e Maninchedda hanno detto che la cauzione verrà restituita.

Mi chiedo: ma quando? Il contratto col servizio idrico è uno dei pochi che non si esaurisce. Anche perché a un genitore proprietario di una casa, subentrano quasi sempre i figli.

Le direttive europee da che parte stanno?

Da quella dei cittadini. Infatti per l’Unione europea nessun gestore di un servizio pubblico può chiedere un deposito, se opera in regime di monopolio, come nel caso di Abbanoa.

Perché definite illegittima la cauzione?

Perché la Carta dei servizi di Abbanoa non rispetta la legge. Si tratta di un codice vecchio, datato 2007, ma soprattutto scritto senza il contraddittorio con le associazioni dei consumatori. La normativa vigente impone anche il rinnovo della Carta ogni due anni. Nemmeno questo è stato fatto da Abbanoa, sebbene la condizione sia tra quelle stabilite dall’Aeegsi per applicare il deposito.

Importi della cauzione: ci sono irregolarità?

Purtroppo sì, anche su questo fronte. Per l’Aeegsi il deposito va parametrato in base alla qualità del servizio. Ci dica Abbanoa quale qualità abbia mai offerto in questi dieci anni. Se il principio fosse fatto salvo, toccherebbe alla società pagare gli utenti, e non viceversa.

L’iniquità del balzello dove poggia?

Sul fatto che è stato conteggiato nella maniera più semplice per Abbanoa, stabilendo un importo unico per fasce, divise in utenze domestiche e non. Il risultato è che una chiesa campestre e un ospedale devono versare entrambi mille euro. Con la differenza che la prima consuma poche centinaia di litri d’acqua all’anno, mentre una struttura sanitaria utilizza una media di 100mila metri cubi. Non solo: la semplificazione usata da Abbanoa ha lì’unico effetto di portare il maggior profitto possibile alla stessa spa, facendo leva proprio sull’iniquità. Hanno dimenticato che le fasce sono eterogenee al loro interno. Avrebbero dovuto calcolare semplicemente i consumi medi di ogni singolo utente.

L’azione di Adiconsum a chi si estende?

Alla totalità dei consumatori. Stiamo facendo noi quello che dovrebbe fare ciascun utente, magari spendendo dei soldi per tutelarsi. Stiamo lavorando noi per tutti. Ecco perché il mio invito a sospendere il pagamento della cauzione. Poi vedremo cosa sta succedendo dentro Abbanoa.

Cioè?

Faremo una richiesta di accesso agli atti. Voglio prendere visione delle delibere firmate dall’amministratore unico (Alessandro Ramazzotti). Dobbiamo controllare se le decisioni assunte sul deposito siano state adeguatamente motivate. Queste verifiche ci sono consentite dalla legge 241 del 90 che permette a me, quale rappresentante di un’associazione di interessi diffusi, di capire come Abbanoa venga gestita. Al momento non si sa nulla di cosa accada lì dentro. Si muovono senza che nessuno possa partecipare alle scelte.

Raccolta firme?

Partirà a breve. E la faremo anche attraverso i Comuni che pure sono gli azionisti di Abbanoa. I sindaci sono al nostro fianco, non è tempo di tartassare i cittadini con ulteriori costi non dovuti.

Dall’assessorato sostengono che il 65 per cento degli utenti abbia già versato la cauzione.

Questo non possiamo saperlo, visto che non ci hanno fornito alcun dato. Per noi è una semplice dichiarazione, ancora tutta da dimostrare.

Abbanoa dice che il deposito non è dovuto, se il pagamento delle fatture avviene con la domiciliazione bancaria. È d’accordo?

No. Attivando la domiciliazione bancaria si permette ad Abbanoa di avere l’accesso gratuito e libero al proprio conto. Ma siccome la società ha dimostrato di essere un soggetto non affidale, non lo consiglio a nessuno, è un rischio che non ci possiamo permettere. Anzi. La domiciliazione la si fa con un gestore pronto a riconoscere i propri errori e a trovare soluzioni. Abbanoa non fa nulla di tutto questo. Non dimentichiamo le centinaia di bollette-salasso, anche di 75mila euro, recapitate per consumi di acqua non dovuti. Con la domiciliazione bancaria tutti quei soldi verrebbero prelevati immediatamente. E per vederseli restituire, si dovrebbe aprire un contenzioso lunghissimo.

Se le ragioni dell’illegittimità sono così palesi come sostenete all’Adiconsum, perché la spa avrebbe dovuto imporre la cauzione?

Perché ha 900 milioni di debiti e si sta autofinanziamento in modo che almeno l’esercizio 2014 si chiuda in attivo, come già è successo l’anno scorso, quando hanno messo a bilancio i milioni ricevuti dalla Regione.

Alessandra Carta
(@alessacart on twitter)

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